LE GRANDI FAMIGLIE OLIMPICHE

DOMENICA 7 AGOSTO 1983
da “Il Veterano Sportivo”  Luglio – Agosto 1983

LE GRANDI FAMIGLIE OLIMPICHE

La storia delle Olimpiadi è ricca di coppie illustri: da quella di Zatopek a quella di Connolly fino a quella, ormai lontana nel tempo, degli Jarvinen

La storia delle Olimpiadi è ricca di coppie (moglie e marito) famose. Qualcuno forse ricorderà quella dei coniugi danesi Ivan e Ellen Osiier che parteciparono alla Olimpiade di Parigi del 1924. Mentre il dr. Ivan, ormai trentaseienne, si piazzò solo sesto nel fioretto e nella sciabola, la prodigiosa Ellen conquistò la medaglia d’oro in quella che fu la prima olimpiade in cui fu ammessa la scherma femminile.
Una coppia olimpica di gran lunga più famosa fu quella formata da Emil e Dana Zatopek che partecipò a tre olimpiadi successive: 1948, 1952 e 1956. Il massimo successo i due cecoslovacchi lo raggiunsero nel 1952 dove ottennero 4 medaglie (3 il grande Emil ed una Dana, nel giavellotto).
Un’altra coppia famosa che prese parte alle olimpiadi del 1952 e del 1956 fu quella degli ungheresi Dezso Gyarmati e di sua moglie Èva Szekely Gyarmati che conquistarono la medaglia d’oro nel 1952 rispettivamente nella pallanuoto e nel nuoto. Va detto per inciso che entrambi avevano già preso parte, non ancora sposati, alla olimpiade di Londra del 1948.
Un’altra famosissima coppia è quella formata da Harold ed Òlga Connolly che partecipò alla olimpiade di Roma  A dire il vero il loro matrimonio era stato quasi una conseguenza del loro precedente trionfo alla olimpiade di Melbourne in cui avevano vinto 1′ oro entrambi; Harold (USA) nel martello ed Olga, allora Fikotova (Cecoslovacchia), nel disco.
Altra coppia, anche se meno famosa delle altre, fu quella dei ginnasti americani Frank ed Irma Houbold che parteciparono alla olimpiade di Berlino nel 1936.
La coppia di coniugi che ha collezionato il maggior numero di medaglie rimane a tutt’oggi quella dei sovietici Valentin e Sofia Muratov che riuscì a conquistare ben otto medaglie di cui quattro d’oro, una d’argento e tre di bronzo. Valentin e Sofia gareggiarono insieme nel 1956. Valen­tin aveva già partecipato da solo alla olimpiade del 1952 e Sofia parteciperà senza il marito a Roma nel 1960.
Numerosi sono anche i casi di padri e figli che hanno partecipato ai Giochi olimpici.
Un caso illustre è senza meno quello dei tiratori svedesi Oscar Swahn e suo figlio Alfred che gareggiarono insieme nel 1908, nel 1912 e nel 1920; in queste tre sole olimpiadi i due Swahn collezionarono ben 12 medaglie di cui sei d’oro, tre d’argento e tre di bronzo  Di esse, ben 7 furono conquistate da papa Oscar (3 d’oro, 2 d’argento e 2 di bronzo) e 5 da Alfred (3 d’oro, 1 d’argento e 1 di bronzo).
Un’altra formidabile coppia di padre e figlio anch’essa scandinava, fu quella dei norvegesi August Ringvald Senior e Junior. Essi apparvero per la prima volta sulla ribalta olimpica nel 1920 quando il padre aveva 44 anni ed il figlio 18 e si ripeterono in quelle del 1924. In entrambe le occasioni vinsero diverse medaglie nelle gare di vela.
Alla olimpiade del 1956 un’altra coppia famosa si presentò alla partenza delle gare di Yacht: Eugene Henry Walet Jr., cinquantaseienne, e suo figlio Eugene Henry Valet III di 21 anni. Entrambi avevano già vinto diverse gare internazionali ed erano campioni degli USA. Il padre era stato inoltre un grande campione di football, baseball e basket.
Anche la Cecoslovacchia vanta la sua coppia di valore. Si tratta del grande pesista Jiri Skobla che partecipò alle olimpiadi del 1952, 1956 e 1960 e fu medaglia di bronzo e di suo padre Jaroslav che vinse una medaglia d’oro alla olimpiade di Los Angeles nel 1932, nel sollevamento pesi. Altro duo famoso, anch’esso cecoslovacco, fu quello formato da Vaclav Pshenichko, medaglia d’argento nel sollevamento pesi alle olimpiadi del 1932 e 1936 e suo figlio Vaclav Junior che, partecipò a quelle del 1952 e 1956.
La Finlandia, nel campo delle fami­glie famose, vanta un grande trio. Si tratta di Werner Jarvinen e dei suoi figli. Werner, discobolo, fu medaglia di bronzo nel 1908 per lo stile greco e quarto nello stile cosiddetto libero. Suo figlio Akilles prese parte alle olimpiadi del 1928 e del 1932, fallendo di poco la medaglia d’oro nel decathlon  Il più illustre della famiglia fu però l’altro figlio Matti che stabilì, a L5s Angeles nel 1932, il record olimpico nel giavellotto che resisté per vent’anni: m. 72,71.
Anche nella coppia americana Char­les Moore Senior e Junior, si verificò che le imprese del figlio offuscarono quelle del padre. Essi furono entrambi ostacolisti. Il padre gareggiò nei 110 nel 1924 ed il figlio vinse la medaglia d’oro ad Helsinki nei 400 ostacoli stabilendo inoltre un nuovo record olimpico nel 1952.
Altra accoppiata padre-figlio fu quella degli svedesi Thofelt che si distinsero nel pentathlon moderno. Mentre papa Sven fu medaglia d’oro nel 1928 e quarto nel 1932, il figlio prese parte alla olimpiade del 1960.
Anche il canottaggio vanta la sua famosa coppia padre-figlio. Si tratta degli inglesi Beresford. Dei due, il più grande fu indubbiamente il figlio Jack. Mentre infatti il padre Jules vinse 1′ argento nel 1932, Jack, ritenuto a tutt’oggi fra i più grandi campioni che il canottaggio abbia mai avuto, parte­cipò dal 1920 al 1936 a cinque olimpiadi in cui vinse ben tre medaglie d’ oro e 2 d’argento.
Altra grandissima coppia fu quella dei Kelly, nel canottaggio. John Brenden Kelly, padre della indimenticabile Grace di Monaco, partecipò per la prima volta nel 1920 dove vinse, a 31 anni, due medaglie d’oro ed un’altra ancora a Parigi nel 1924. Ventiquattro anni dopo suo figlio John, imitando il padre prese parte alla prima olimpiade del dopoguerra anche se si trattativa questa volta di Londra e non di Anversa. Il figlio non colse le stesse vittorie olimpiche del padre ma vinse ugualmente diversi titoli mondiali e prese comunque parte a ben quattro edizioni dei Giochi (1948-1960).
Nella storia delle olimpiadi non manca neppure il caso della coppia madre figlio. Si tratta della famosissima sovietica Nina Dumbadze, la grande regina del disco di cui detenne a lungo il primato del mondo. La sovietica partecipò alla olimpiade di Helsinki, ormai trentaquattrenne, vincendo la medaglia di bronzo. Suo figlio Juri, invece, prese parte alla gara di decathlon a Roma nel 1960.

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