Le buone ragioni per essere parte dell’Unvs

LUNEDÌ 10 DICEMBRE 2012

da “Il Veterano dello Sport” Novembre – Dicembre 2012

Le buone ragioni per essere parte dell’Unvs

» Nino Costantino Consigliere Nazionale

NINO COSTANTINO

Ci sono almeno un paio di buoni motivi e di buone ragioni per affermare che ne valeva, ne è valsa e ne vale ancora la pena di continuare a far parte e spendersi per l’Unione Nazionale Veterani dello Sport. La prima di queste buone ragioni è la ragione del cuore che ha delle ragioni che la stessa ragione non conosce e rifugge gli estremi cercando la saggezza nella sobrietà.
La seconda di queste buone ragioni è la ragion d’essere, che fa parte del nostro cammino ed è composta da un insieme di condizionamenti e ritualità che magicamente legano lo spirito alla massima densità dell’esistenza, nel senso che l’individuo può e deve decidere sempre e comunque della propria vita; essa è alla ricerca di sapere non tanto dove siamo, ma in che direzione stiamo andando nello sforzo di vedere non quel che c’è e che si vede, ma quel che non c’è e si dovrà vedere. E la ragion d’essere altro non è che la sostanza, cioè l’essenza stessa dell’essere, sapendo che il suo ultimo passo è il riconoscere che ci sono un’infinità di cose che la superano e la sorpassano perché essa in se stessa possiede la possibilità di sbagliare e la sua fallacia può trovare posto nella nostra logica e guai a metterci contro la ragione perché vuol dire che la stessa ragione è contro di noi. Potremmo dire che in certi momenti difficili la salvezza arrivi dal non fare nulla, ma così, spesso non è, anzi, è piuttosto nelle avversità che bisogna mantenere la mente serena senza nascondere o tacere le cose se si vuole veramente dare inizio ad un radicale cambiamento e proprio di questo credo abbia bisogno la nostra Unione, cominciando a cambiare per primi noi stessi piuttosto che il cielo, con la ragionevole convinzione che quando si comincia qualcosa bisogna portarla a compimento e che quando il fine è lecito anche i mezzi per raggiungerlo lo sono.
Negli ultimi Consigli Direttivi, quello di Pisa e di Milano Marittima, parlai della necessità di dare vita ad un prossimo quadriennio sabbatico e quando mi appello ad un modello sabbatico non intendo un periodo di svago e di riposo com’è nell’accezione del termine (tutt’altro), quanto piuttosto ad una sorta di moratoria rispetto al passato, un modo nuovo di ragionare, alla ricerca di nuove soluzioni che ci consentano di abbandonare le vecchie logiche, il solito uso aberrante delle risorse umane e non solo, che evidentemente (è nei fatti) poco ha prodotto e sta producendo per lo sviluppo della nostra Unione. La necessità di pianificare un nuovo modello comportamentale, un modello avanzato che sancisca e regoli nuovi rapporti all’interno dell’Unione e mi riferisco ai compiti nuovi dei delegati regionali e dei presidenti di sezione rispetto agli organi istituzionali centrali e, soprattutto, tra di loro con la creazione di nuovi strumenti e nuove modalità normative rivolte al rafforzamento di sinergie e cooperazione come potrebbe essere, per esempio, l’istituzione della Giunta Regionale e della Consulta Interregionale finalizzate a dare nuova linfa creativa agli organi stessi a ciò preposti e nello stesso tempo capaci di creare nuove opportunità e sinergie con il territorio sul quale insistono (istituzioni, enti, scuole, assessorati, ecc.), cercando con tutte le forze di fare quel salto di qualità senza il quale, credetemi, non ci sarà sviluppo che possa avere un minimo di sostenibilità in termini numerici ed economici (e Dio solo lo sa quanto ne abbiamo bisogno) né tantomeno dare un futuro alla stessa Unione.
Dunque quando parlo di rifondazione a questo mi riferisco ed in primo luogo ad una concezione nuova che veda l’Unvs nella sua totalità e che “tale totalità sia maggiore della somma delle sue parti”, mentre invece spesso abbiamo notato e notiamo che non solo non è maggiore, ma non è neanche uguale quando addirittura non è minore. Bisogna rifuggire dallo sterile campanilismo, pensando di coltivare il proprio orticello, convinti che la vita cominci e finisca a Lampedusa, a Reggio Calabria o a Mondovì ed il tutto debba essere ridotto alla mera conta numerica, regolando e calibrando su questa base i rapporti di forza (è vero che il numero è potenza, ma sappiamo bene quale è stata la fine di chi propugnava questa idea); vi richiamo e richiamo per primo me stesso ai principi fondanti dell’Unvs: Unione Nazionale.
Un cambiamento radicale, dunque, la rifondazione della stessa Unione, cioè una nuova modulazione, revisione e riposizionamento delle componenti portanti (Consiglio Direttivo Nazionale, delegati regionali, presidenti di sezione, Giunte Regionali, Consulte Interregionali, ecc.) che rappresentano la struttura materiale, economica e di rappresentatività istituzionale dell’Unvs, che soltanto così potrà interfacciarsi con la sovrastruttura, concetto tipicamente e squisitamente ideologico (etica, morale, fair play, attività culturale, ecc.), non staccata dalla struttura, ma, anzi, con essa in continua osmosi dialettica.
Capisco che la mia analisi è forte e dura (occorre attirare violentemente l’attenzione sul presente se lo si vuole trasformare), ma non ha in sé il senso del pessimismo e del disfattismo, tutt’altro! Non è alla ricerca di colpevoli, non si fonda sulla filosofia del se e del ma (se avessimo fatto questo o quest’altro avremmo potuto…) quanto piuttosto del “nonostante”, nonostante tutto siamo qua a parlare, ragionare, a volere rilanciare l’attività della nostra Unione.
Ho sempre pensato, nella Mia vita, in modo laterale, convinto che in ogni cosa esistono sempre almeno tre soluzioni: la mia soluzione (e l’ho espressa), la tua soluzione e “la soluzione migliore” ed è proprio questa che noi tutti oggi dobbiamo cercare attraverso un forte impegno fatto di progettualità verso le giovani generazioni (però bando al giovanilismo tanto di moda), attraverso il coinvolgimento di figure professionali, istituzionali, delle scuole e di tutta la società civile, individuando al loro interno gli elementi che meglio rappresentano i valori di etica, lealtà, moralità, professionalità e concreta operatività e che nello stesso tempo, però, questi valori siano in grado di trasmetterli, facendo di questa stessa azione la loro mission all’interno dell’Unione Nazionale Veterani dello Sport.
È un compito arduo, ma per eventi e momenti drammatici e di forte connotazione c’è bisogno di uomini capaci, uomini che con la loro forza d’animo siano in grado di determinare radicali cambiamenti gestionali, culturali, epocali e generazionali, uomini capaci di sondare sempre e comunque il sondabile e soltanto quando non sarà più possibile e soltanto allora, fermarsi e contemplare in pace l’insondabile.