“Dichiarazione di Gand”

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Con il XVIII Congresso di Siracusa si conclude il ciclo di iniziative culturali per l’implementazione della “Dichiarazione di Gand

di Martino Di Simo

SIRACUSA

Il XVIII Congresso del Panathlon International, tenutosi a Siracusa il 18 e 19 Maggio ha concluso il ciclo di iniziative culturali per l’implementazione della Dichiarazione di Gand (2004). I tre congressi dell’era Prandi, curati da Antonio Spallino (Anversa 2007) e da Maurizio Monego (Stresa 2010 e Siracusa 2012) hanno focalizzato l’attenzione dei panathleti e di chi fuori dal Panathlon segue con apprezzamento il lavoro culturale del Movimento sui temi trattati dalla Dichiarazione Etica e Sport. Giovani e manager. Il Primato dell’etica. Vale anche nello sport?
Con gli autorevoli interventi di relatori fra i più qualificati al mondo e le risoluzioni finali avevano portato in primo piano il tema della responsabilità di tutte le componenti del mondo sportivo per diffondere i valori positivi e dare visibilità alle buone pratiche. Allo scopo è stato attivato l’Osservatorio sull’etica nello sport giovanile, nel sito del Panathlon International. Il congresso di Siracusa ha posto l’accento su “Integrità nello sport – Strumenti, Sviluppo, Strutture.
I piani di integrità, inquadrati e illustrati da Yves Vanden Auweele, sono la più efficace risposta alle minacce che gravano sullo sport: da quella del doping e delle scommesse clandestine, rispetto alle quali occorre stabilire coerenza fra la legislazione sportiva e quella degli Stati e maggiore omogeneità fra le legislazioni statali (Raffaele Guariniello), a quelle della corruzione che investe i grandi eventi sportivi (Henrique Nicolini); si devono adottare misure di prevenzione rispetto ad ogni forma di abuso sugli/sulle atleti/e, similmente a quanto realizzato nel Regno Unito (Anne Tiivas); si deve sviluppare il potenziale educativo e morale dello sport a partire dalla dirigenza istituendo figure come il Chief Ethics Officer, secondo una chiave di interpretazione del fenomeno sportivo che si basi su una solida formazione filosofica e si esplichi in chiave etico-economico-manageriale (Bruno Castaldo. La partecipazione straordinaria di Mrs. Katalin Bogyay, esponente di spicco dell’UNESCO ha riproposto il desiderio e l’opportunità di collaborare con quella istituzione con il cui partenariato il P.I. già pubblicò il saggio di Ariel Morabia “Sport e/è etica” (1999).
Da registrare alcune novità emerse da questo Congresso: per la prima volta vi hanno preso parte gli autori di contributi culturali selezionati fra quanti avevano partecipato al “congresso virtuale”; il congresso è stato seguito in diretta, via Internet, da chi non ha potuto essere presente (numerosi i contatti dall’America).
È stato presentato (Patrizio Pintus) uno strumento educativo innovativo: una applicazione, scaricabile gratuitamente dal sito del P.I. che basandosi sui 5 punti della Dichiarazione e utilizzando i materiali del Concorso Grafico, si propone ai giovani e agli insegnanti come esercizio di riflessione di fronte a dilemmi etici, a situazioni e a domande di cultura olimpica, proponendosi come strumento pedagogico da utilizzare in modo ludico.