GIOVEDÌ 7 APRILE 1983
Da “IL VETERANO SPORTIVO” Marzo Aprile 1983
UOMINI PRESTIGIOSI: BENIAMINO GIGLI
Beniamino Gigli, un grandissimo tenore e veterano dello sport

Alla fine dell’anno 1982 è ricorso il 25° anniversario della scomparsa del grande tenore Beniamino Gigli ed i Veterani sportivi romani non hanno voluto mancare di onorarlo presenziando sia alla messa in suo suffragio nella Basilica di S. Maria degli Angeli sia alla commemorazione ufficiale tenutasi al Teatro dell’Opera.
Perché tali presenze dei veterani?
Per i più giovani degli aderenti alla nostra “Unione” ricordiamo che il grande artista è stato un appassionato, oltre che della sua arte, anche dello sport; è stato un sincero amico dei veterani sportivi aderendo all’Associazione fin dagli anni ’50. E’ lui che con la sua presenza ha onorato ogni più importante nostra manifestazione ma soprattutto è quello che in ogni momento ha dato un inestimabile appoggio materiale e morale.
Basti ricordare una volta per tutte il concerto di beneficienza il cui ricavato, poco meno di un milione di lire (cifra enorme a quei tempi per un solo spettacolo , egli destinò alla nostra “Unione” quale primo fondo per la promozione di una erigenda “Casa del veterano dello sport”‘. Purtroppo, difficoltà insormontabili sono poi insorte per la realizzazione di quell’iniziativa a cui il suo sensibile cuore tanto teneva, ma resta il suo gesto munifico a farci ricordare con il più grande rispetto ed affetto la sua figura di cantante e di artista.

Altri, più qualificati di noi, nel giorno della ricorrenza del 25° anniversario della scomparsa ed in tante altre occasioni, hanno degnamente illustrato la inimitabile purezza della sua voce e le sue più famose interpretazioni che l’hanno fatto definire signore incontrastato del bel canto. Ma io voglio ricordare in modo particolare il suo grande amore per il popolo e per la Patria alla quale egli offrì in tempo di guerra i preziosi tesori accumulati nella sua carriera fino allora. Intendiamoci bene. Ho detto amore per la Patria e non necessariamente per il regime che di lui si servì come mezzo propagandistico portatore, come egli era, della più squisita nostra sensibilità artistica. Per un sospetto di collaborazionismo egli dovette attendere qualche mese prima del ritorno alle scene che avvenne a Roma in un indimenticabile pomeriggio al Teatro Argentina ove egli cantò tra il delirio di una folla strabocchevole oltre 20 delle migliori romanze del suo repertorio ottenendo uno strepitoso successo Per dire anche del valore polemico del trionfale rientro debbo dire che, per fortunata coincidenza per tutti gli amanti del bel canto, nello spettacolo serale dello stesso giorno al Teatro dell’Opera Giacomo Lauri Volpi offrì una memorabile interpretazione di Tosca. Comunque il lato più commovente della personalità di Beniamino Gigli è stato l’amore per il prossimo, soprattutto per gli indigenti che mai a lui si sono rivolti invano.
Come cantante egli ha voluto essere sempre amato particolarmente dalla gente. Ricordo a questo proposito che dopo la crisi economica americana del 1929 egli, ritornato in Patria, fu protagonista di un memorabile concerto all'”Augusteo”.
E poiché migliaia di persone non poterono assistervi egli, terminato il concerto aderendo alle preghiere della folla che l’acclamava cantò da un balcone sulla piazza Colonna le più belle romanze del suo repertorio.
Ed ora per finire cari amici voglio ricordare un curioso aneddoto pregandovi di scusarmi l’uso di una parola priva di “armonia”.
Nel periodo in cui tutti noi appassionati attendevamo il ritorno del grande cantante sulle scene del Teatro dell’Opera, un tenore comprimario si permise di dire che era ora di finirla di parlare di Beniamino Gigli che era ormai da considerarsi un”trombone sfiatato . Al che intervenne un mio amico “gigliano per la pelle” prendendolo di petto e dicendogli: Non ti vergogni di parlare così di Beniamino Gigli? Ti dico comunque che vale più un suo “peto” che un tuo “do” di petto.
Immaginate l’ilarità dei presenti!
Gualfredo Persio
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