UNVS BARI  PIETRO LOMBARDI

UNVS BARI

PIETRO LOMBARDI

Don Dialetto Bari

SPORT BARESE CAMPIONI OLIMPIONICI

(Studi e ricerche, a cura di Gigi De Santis)

6 agosto, per lo sport barese è una data memorabile.

74 anni fa (1948-2022), un’altra storica vittoria alle olimpiadi di Londra di…

È stato, in ordine cronologico, il secondo medagliere olimpionico barese dopo il mitico ginnasta Francesco Martino, due medaglie d’oro alle Olimpiadi di Parigi, 18 luglio 1924, tutti e due tesserati alla gloriosa Società Ginnastica «Andrea Angiulli», fondata il 1° gennaio 1906 (Vedi l’articolo su Francesco Martino 18 luglio scorso).
Un altro olimpionico barese è Francesco Attolico, portiere della squadra di pallanuoto, medaglia d’oro alle Olimpiade di Barcellona, agosto 1992.
Pietro Lombardi è nato a Bari in largo Santa Barbara (oggi Piazza Chiurlia), il 4 giugno 1922.
Da ragazzo inizia a lavorare nella falegnameria del padre Francesco.
Scoperto dal maestro Fernando Francesco Lapalorcia (recordman mondiale (1926) di sollevamento pesi), a 16 anni (1938) entra a far parte della Società Ginnastica Angiulli sezione lotta, ubicata in Via Ettore Fieramosca (oggi sede del Palazzo di Giustizia).
Modesto di carattere, ma ben determinato nei propositi, Pietro possedeva una forza straordinaria.
Sotto la guida del maestro Lapalorcia e dell’istruttore Vincenzo Cataldo, insieme, lo prepararono con cura e con amore, alla disciplina della lotta greco-romana, per forgiare il campione.
Il primo successo internazionale lo conquista a Pulheim (Germania) nel 1942.
Chiamato al servizio militare, tramite Cataldo approda a Napoli presso il Comando dei Vigili del Fuoco.
Congedatosi torna a Bari e ricomincia ad allenarsi intensamente.
Nel febbraio 1946 sposa Franca Iacobbe; nello stesso anno vince il primo titolo italiano (vincerà ben altri nove titoli nazionali nelle rispettive discipline: lotta greco-romana e lotta stile libero, categoria: pesi gallo).
L’anno dopo è convocato in Nazionale dallo staff tecnico composto dal duo Quaglia-Cardinale.
Entra così fra i «papabili», gli atleti da portare alle Olimpiadi di Londra, la prima manifestazione mondiale del dopoguerra.
La grande avventura inizia con la preolimpionica svoltasi nella palestra di Torriglia, cittadina nei pressi di Genova dove inizia un lungo, estenuante lavoro per la riduzione di peso; prima «battaglia» vinta dal futuro campione.
Con allenamenti specifici e con un regime dietetico del tutto particolare riesce a rientrare nel peso dei 52 chilogrammi, per gareggiare nella categoria pesi mosca.
Il programma olimpico prevedeva incontri particolarmente difficoltosi per la presenza di atleti dalle grandi imprese, ma Pierino, come affettuosamente era chiamato da tutti gli sportivi, arrivò imbattuto all’incontro finale vincendo con il danese Thomsen, l’egiziano, Abd el Aal, il filandese Kangasmaki, lo svedese Moller.
Il 6 agosto affronta il campione turco, Keman Olcay.
Conquistato il punto di vantaggio, lo difese fino alla fine dell’incontro vincendo la medaglia d’oro.
Nella palestra dell’Hempress Hall, il nostro neo olimpionico vede salire, sul più alto pennone, il tricolore, sentendosi orgogliosamente barese-italiano.
Lombardi compì il miracolo; lottatore nato, aveva ereditato lo spirito mitico dell’uomo antico, quello continuamente in lotta per sopravvivere.
Con i risultati raggiunti, dimostrò di avere una forza fisica eccezionale, di superlativa energia morale, di volontà di acciaio, rapidità di calcolo, prontezza nelle decisioni, felici intuizioni e capace di esecuzioni fulminee in modo da cogliere di sorpresa l’avversario.
Tutte qualità atte a dargli maggiori possibilità di vittoria, contro lottatori agguerriti considerati il fior fiore dell’atletica mondiale.
La televisione, nel 1948 non c’era, l’eco della vittoria arrivava in sordina in Italia; la radio, di tanto in tanto, trasmetteva notiziari dal quartiere olimpico.
Il giorno dopo, anche i giornali davano poco spazio all’avvenimento; “La Gazzetta del Mezzogiorno” pubblicava il commento alle Olimpiadi in prima pagina e a Pietro Lombardi dedicava soltanto un titolo e una fotografia su una colonna.
Il titolo diceva:
«Lombardi campione olimpionico nella lotta greco-romana», ma nel resoconto firmato da Jack Mc Dolly, nessun accenno alle fasi dell’incontro.
Solo due giorni dopo in “Cronaca di Bari”, un commento su una colonna a firma p.m. (Paolo Magrone), sotto il titolo «Pietro Lombardi campione nostro».
Il ritorno a casa del campione olimpico fu un vero trionfo.
Dopo aver assaporato i primi festeggiamenti a Milano dalle massime autorità sportive, e a Genova, patria del suo allenatore Cardinale, il 19 agosto l’arrivo in Puglia; il treno si ferma a Foggia e una folla di sportivi e curiosi acclama il vincitore ritardando per qualche minuto la partenza per il capoluogo.
Bari, gli riserva a un degno figlio, accoglienze trionfali, la stazione in festa echeggiava di osanna e di suoni delle bande musicali. L’olimpionico sale su una berlina trainata da quattro cavalli e prosegue tutta Via Sparano illuminata a giorno, gremita di gente fin sui balconi.
Si vedono a iosa fazzoletti e bandierine agitarsi al suo passaggio fino a Piazza Prefettura dove lo aspettano su un palco, preparato per l’occasione, il sindaco Vitantonio Di Cagno e il presidente dell’Angiulli Isidoro Pirelli; rappresentanze delle maggiori organizzazioni civili e sportive e una marea di gente.
Sono presenti anche la moglie Franca e le sue figliolette: Arcangela, Vittoria e Teresa.
Ma il punto toccante della manifestazione che coinvolge tutti i presenti è, quando Francesco Martino, altro olimpionico barese del 1924, cinge d’alloro il compagno di società provocando un’ovazione interminabile.
Un gesto simbolico per suggellare un impegno di continuità nelle conquiste sportive; conquiste nobili, di un’aristocrazia romantica dello sport che non ha conosciuto fini di lucro.
Nei giorni seguenti arrivarono anche i festeggiamenti di Stato; a Roma, al Quirinale, riceve le congratulazioni del presidente della repubblica, Luigi Einaudi, dei presidenti del Coni e della Federlotta: Giulio Onesti e Giorgio Giubilo.
Il presidente del Consiglio, Alcìde De Gasperi gli consegna la medaglia d’oro.
Il ministro del Lavoro, Giulio Andreotti, gli chiede cosa vuole.
Il nostro Pierino risponde olimpicamente: «Un lavoro».
La risposta è immediata: «Non preoccuparti, tra otto giorni ti aspetta l’A.N.I.C. (Azienda Nazionale Idrogenazione Combustibili) di Bari (il 1° maggio 1950 diventa STANIC, Industria Petrolifera)» e mai Governo è stato di parola.
Lavorando nel grande stabilimento, Lombardi non abbandona lo sport continuando a gareggiare per i titoli italiani e internazionali nelle categorie: pesi gallo e pesi mosca.
Nel 1952 si classifica terzo (pesi mosca), ai campionati del mondo disputati a Stoccolma.
Sempre nel 1952 partecipa alle Olimpiadi di Helsinki, pesi gallo, ma non riesce a qualificarsi alle semifinali.
Al suo ritorno a Bari viene accolto solo da pochi amici: Pietro De Giosa, Rò Vittorio, Nicola Oberdan Laforgia.
Come cambia il mondo!
Lombardi, non si scoraggia e continua a conquistare titoli nazionali. Per ben cinquanta volte indossa la maglia azzurra e il suo colpo magico, la cosiddetta “cintura bilica” diventa argomento di studio da parte dei tecnici.
Ultima importante medaglia (bronzo) conquistata in campo internazionale è dell’anno 1955, ai campionati mondiali di Karlsruhe (Germania), sempre nello stesso anno, gareggia per l’ultima volta in Grecia.
Finita l’attività agonistica, la vita prosegue vicino ai materassini dell’Angiulli, con l’incarico di allenatore e, soprattutto, accanto alla famiglia, dopo il lavoro giornaliero nell’azienda Stanic.
Casa, lavoro, allenamenti. Campione di vita e di sport.
Poi la salute comincia a vacillare, ma tutto è superato al meglio e si gode tranquillamente il periodo dei suoi anni Ottanta.
Il 9 settembre 2011, improvvisamente, viene colpito da un ischemia celebrale.
Ricoverato d’urgenza, il 5 ottobre, il nostro Pierino saluta Bari e lo Sport barese, all’età di 89 anni, alla vigilia dei Giochi della XXX Olimpiade di Londra 2012.
La cerimonia funebre, tenuta nella Chiesa del Redentore, era gremita di sportivi, autorità e gente comune.
Tra gli altri erano presenti, Gaetano Ingravallo, presidente dell’Angiulli, con Michele Masciopinto, Bruno Romanazzi, Francesco Saverio Patscot, suoi predecessori, Elio Sannicandro, assessore allo sport del comune di Bari, Renato Laforgia, presidente del Cus Bari, Pino Vitucci, consigliere nazionale Fijlkam, Pinuccio Colaianni, Gioacchino Abbrescia, suoi atleti, un gruppo di lottatori della polisportiva barese con la bandiera della società, insieme a numerosi soci dell’Angiulli e dell’Unione Nazionale Veterani dello Sport.
La pluridecorata società barese perde uno dei suoi più eccellenti campioni della sua ultracentenaria vita, consegnandolo agli onori del Ricordo.
In 26 luglio 2012, vigilia dei Giochi Olimpici, per non dimenticare l’olimpionico barese Pierino, «La Gazzetta del Mezzogiorno», il «Coni Pugliese», l’ »Unione Nazionale Veterani dello Sport» e la società sportiva «Angiulli», hanno inaugurato una mostra nel salone della ‘Gazzetta’ ottenendo successo di visitatori.
Una esposizione di fotografie storiche, diplomi, la fiaccola olimpica del 1948 e la medaglia d’oro.
Una interessante e significativa mostra allestita con entusiasmo e dovere di barese verace, da Gaetano Campione, responsabile della redazione sportiva.
Peccato che la mostra è rimasta aperta per pochi giorni.
Sarebbe rilevante, per una maggiore diffusione e coinvolgimento, allestire di nuovo la rassegna nella «Sala Murat», a Piazza del Ferrarese, ricordando anche gli altri olimpionici baresi, per estrarre dall’oblìo i nostri campioni e, come ha scritto il giornalista Gaetano Campione:
«Un viaggio nella memoria per guardare con fiducia al futuro».
Sarebbe un piacevole e indicativo incontro con la Città e con i Baresi sportivi e no.
Il 22 maggio 2015 viene intitolato uno dei tre rondò situati nei pressi dello Stadio Comunale San Nicola al grande Pierino (Largo Pietro Lombardi).
Intitolazione disposta dall’assessorato alla Toponomastica su proposta della Sezione di Bari dell’Unione Veterani dello Sport (U.N.V.S.).
Bibliografia ed emerografia: Libro, «Bari nel quinquennio 1947-1951», Autori Vari, Arti Grafiche Favia, Bari-Roma, 1952; Liborio Lojacono, «La medaglia d’oro valse il posto di lavoro all’Anic», ne «La Gazzetta del Mezzogiorno», Bari 5-08-1998; Libro, «Bari in carrozza», Alfredo Giovine, Ed. Schena Editore, Fasano (BR), 1995; Libro, «Società Cultura e Sport», Domenico Marsico, «I Campioni, gli olimpionici pugliesi da Olimpia ad Atlanta», Adda Editore, Bari, 1997; Franco Castellano, «Il turco Olcay al tappeto. Così Bari tornò sul podio dei -Giochi-», «Pietro Lombardi, l’eroe della cintura bilica», «È morto Lombardi oro a Londra 1948», ne «La Gazzetta del Mezzogiorno», Bari 5-08-1998 / 6-05-2002 / 6-10-2011; Sito Web, «www.sgangiulli.it»; Gaetano Campione, «Lombardi e l’oro di Londra una storia di mani e di cuore», «La Gazzetta del Mezzogiorno», Bari 27-07-2012;Gigi De Santis, «Archivio Biblioteca: Centro Studi “Don Dialetto”», Bari (1976-2019).

Gigi De Santis