GIOVEDÌ 22 DICEMBRE 2011
Un nome una garanzia
di GS Martino Di Simo (2011)
Un nome una garanzia, così recitava una vecchia pubblicità al tempo di Carosello, trasmissione della TV in bianco e nero, al termine della quale era il momento di andare a letto per noi che ora, abbiamo qualche capello brizzolato.
Il nostro uomo di garanzia è nato a Niscemi, Caltanisetta il 12 maggio 1961 e a soli 13 anni ha iniziato a calpestare i campi di calcio con la Società Sportiva Leontina, sia nella squadra allievi sia negli juniores così pure in prima squadra iscritta alla seconda categoria. A sedici anni fu chiamato a giocare nella gloriosa squadra Società Sportiva Leonzio, allora in serie D semiprofessionisti, però lui faceva ancora parte della Berretti. Un giorno l’allenatore della squadra superiore, lo convocò per farlo gareggiare nella prima squadra avendolo osservato per circa un anno, ritenendolo pronto ad affrontare un impegno maggiore. Il ruolo che ricopriva era quello dell’ala tornante, che evidenziava le sue spiccate doti di resistenza. Il nostro personaggio aveva un fisico che non accusava mai la stanchezza di correre in lungo e in largo nei campi di gioco. Aveva la visione del gioco di squadra e pur non avendo segnato molti goal, ne ha fatti realizzare moltissimi alle punte. Le sue doti principali erano la velocità, la facilità nel dribbling, l’uso senza alcuna distinzione sia del piede destro, sia di quello sinistro. Una delle sue maggiori soddisfazioni è stata quella della vittoria del Campionato allievi e in quell’anno ha giocato nel ruolo di centravanti, segnando ben 11 reti. Altro ricordo abbastanza importante è quello del suo passaggio a un’altra squadra di una certa rilevanza: il Ferla. Fu un professore della sua scuola a invitarlo a giocare nel Ferla perché stavano preparando una squadra per vincere il campionato di seconda categoria. Il suo compenso era di 160 mila lire il mese, erano la fine degli Anni ’70. Una volta raggiunto l’obiettivo del primo posto nel Campionato con la squadra del Ferla, l’anno successivo passò alla prima categoria. Il servizio militare ha impedito al nostro personaggio di proseguire nell’attività calcistica. Al ritorno dalla leva, ha iniziato di nuovo a giocare nelle varie compagini locali come Lentini, Santissima Trinità, Pedagaggi e Francofonte con la Nuova Idria e in tante altre compagini locali. Il suo rammarico più grande è quello di non aver avuto la fortuna di trovare la persona giusta che avesse la possibilità di portarlo a giocare in squadre di livelli superiore. Le sue doti di resistenza, di palleggio, di controllo della palla, lo avrebbero sicuramente portato a ottenere maggiori successi. Nonostante questo la sua incolmabile passione per il calcio giocato l’ha portato, negli anni 90, a iscriversi alla Sezione UNVS di Lentini dove erano presenti calciatori che lui già conosceva. Hanno iniziato a partecipare ai vari tornei locali poi con l’avvento di Filippo Muscio, ha portato la squadra a iscriversi a tutti i Campionati Italiani UNVS di calcio, prima come Sezione di Lentini, in seguito come Sezione di Carlentini. Un bruttissimo infortunio dovuto ai moltissimi falli subiti, l’ha portato a interrompere l’attività agonistica a seguito di un intervento chirurgico alla caviglia. Per fortuna questo è riuscito nel migliore dei modi e dopo un anno dall’operazione, è ritornato a giocare, Adesso lo fa saltuariamente, per dare spazio ai più giovani. Con i suoi 50 anni avrebbe ancora tantissime energie da spendere, andando a mettere in difficoltà i nuovi entrati. La sua esperienza è maturata sui campi di calcio in serie inferiori a quelle di ora, però a quei tempi, avevano un livello di gioco molto superiori a quelle attuali. Assieme ad altri amici, nonché soci, ha fondato la Sezione UNVS Santa Tecla di Carlentini ricoprendo il ruolo di Segretario, nella realtà è l’uomo della provvidenza, in qualsiasi momento di difficoltà dell’Unione, è sempre pronto a intervenire essendo abile ad eseguire ogni tipo di lavoro. Se non è sui campi di calcio, lo trovi a montare gli stands per le manifestazioni sociali, a fare impianti luci per gli stands stessi, a collaborare con gli organizzatori dell’Assemblea, impegnato per il “Trofeo Giancarlo Lazzara”, o a portare alla vittoria la squadra di calcio nel Torneo dall’UNVS di Siracusa 2011. E’ l’uomo, è il socio, sempre pronto a coadiuvare alle numerose iniziative che promuovono il Delegato Regionale, Pietro Paolo Risuglia e il VicePresidente della S. Tecla, Filippo Muscio. E’ tanta la passione verso il mondo dello sport e del sociale che ha coinvolto sua moglie, la quale, assieme ad altre donne, hanno fondato la Sezione Femminile Siciliana, diretta dalla Presidente, Eliana Lo Faro. Questa sinergia ha portato a una maggiore unione anche familiare, infatti, le signore sono presenti agli eventi sportivi dei loro mariti e questi contribuiscono alla migliore riuscita delle manifestazioni sociali organizzate dal gruppo femminile. Il prossimo impegno a un certo livello, per lui e la squadra calcistica, sarà il prossimo Campionato Italiano UNVS di Calcio a Civitavecchia. Poi tutte le risorse saranno convogliate verso l’organizzazione del Campionato Italiano UNVS di Pallavolo che si svolgerà intorno al 20 settembre p.v.. Lo sforzo di tutta l’organizzazione è rivolto nell’accogliere al meglio e con il calore tipico siciliano, tutti i partecipanti provenienti da tutta Italia. Unendosi agli organizzatori spera una maggiore partecipazione da parte del mondo della pallavolo femminile. Una volta gli chiesi il suo ricordo più piacevole e nel contempo quello che l’ha fatto meditare.
“In quei giorni avevo come allenatore Pozzo, il quale aveva giocato nella gloriosa Sampdoria. Nei primi minuti di una partita importante, feci il tunnel a due giocatori e poi tirai in porta colpendo la traversa. Immediatamente mi chiamò il mister e avvicinandomi a lui credevo volesse fare i complimenti. Invece, mi spedì immediatamente negli spogliatoi. Motivò questa sua decisone, riconoscendomi di aver fatto un capolavoro, però non avrei dovuto tirare direttamente in porta, ma passare la palla al mio compagno di squadra, il quale era completamente libero per segnare un goal decisivo”. “Era innata in me l’abilità di far passare la palla tra le gambe chiuse dell’avversario e non contento lo ripetevo immediatamente allo stesso e a quanti si facevano avanti. Se questo era il mio maggior pregio, il colpo di testa era il mio maggior difetto”. “La passione per il pallone è maturata fin dai primi anni della mia infanzia, allora giocavo in porta, non sui campi erbosi ma sulle pietre delle piazze della mia Lentini e pur tuffandomi riuscivo a non farmi male per l’elasticità del mio corpo, cosa che mi porta ancora a giocare con un certo agonismo.”
Già, mi sono dimenticato di scrivere il suo nome, confesso di averlo fatto di proposito per farmi leggere fino in fondo, sperando di aver solleticato la vostra curiosità si tratta di: Ignazio Gagliano da Lentini.
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