TUTTI A PALERMO DAL 28 MAGGIO AL 30 MAGGIO Il primo numero del 1983 in ritardo: perché?

MERCOLEDÌ 6 APRILE 1983
Da Il Veterano Sportivo Marzo – Aprile 1983 N° 2
MARTEDÌ 5 APRILE 1983

TUTTI A PALERMO DAL 28 MAGGIO AL 30 MAGGIO
Il primo numero del 1983 in ritardo: perché?

di Carlo Monti

Dopo l’assemblea elettiva, di Salsomaggiore, lo scorso anno ci siamo recati a Bologna; adesso è la volta di Palermo, a conferma che la nostra Unione è veramente nazionale e abbraccia tutti i ve­terani dall’estremo lembo delle Alpi fino alla Sicilia. Come Bologna anche Palermo è un’assemblea non elettiva; ma forse proprio per questo ci auguria­mo che il dibattito sia più aperto ai mol­ti temi che travagliano la nostra associazione e, in genere, il nostro Paese.
L’Unione ha sempre “gemallato” i giovani, perché da loro venga quella continuità di intenti, di amore per lo sport, di sacrificio sentito, che nessuna medaglia, nessuna onoreficenza, nessun encomio può ripagare con altrettanta simbolica moneta.
E’ questo il punto fondamentale; che l’amore per lo sport sia un momento di gioia intima, al di là e al di fuori di qualsiasi premio. E questa convinzione deve essere ben radicata sia nei veterani che nei giovani; ma vorremmo che fos­sero proprio i veterani a battere con un maglio robusto questo tasto. E sinceramente vorremmo che fosse così, anche se, talvolta, le apparenze negano questo atteggiamento.
Vorremmo essere smentiti dai fatti e Palermo – città indubbiamente lontana per molti veterani e per molte sezioni – ne può essere una prova. Sappiamo di alcune sezioni che hanno già organizzato il loro viaggio e che altre stanno seguen­do il loro esempio. I sondaggi fatti dagli stessi organizzatori siciliani hanno con­fermato la validità della sede di questa ventiduesima assemblea; ma se altri hanno perplessità per la lunga trasferta, che comporta anche un impegno finan­ziario non indifferente, vogliamo loro dire di fare ogni sacrificio per onorare questa assemblea e per far sentire agli amici siciliani tutto l’affetto e la consi­derazione che in realtà meritano ampia­mente.
La presidenza UNVS in questi mo­menti non può essere di borsa larga per nessun motivo. Ma sarà presente a Pa­lermo proprio per onorare e per soste­nere moralmente gli sforzi, gli impegni, i sacrifici di una sezione, la “Emilie Salafia” che ha gettato nella mischia orga­nizzativa tutta la propria passione, tutto il proprio orgoglio e vuoi dimostrare di essere all’altezza della situazione.
Amici veterani, fate un sacrificio: per molti di voi sarà pesante; ma andiamo insieme a Palermo con qualsiasi mezzo e soprattutto con la grande passione e lo sconfinato amore che meritano gli amici isolani e di cui è degna la nostra Unione.
I veterani si saranno chiesti perché la nostra rivista “II Veterano Sportivo” non giunge più nelle loro case. In mol­tissimi lo hanno atteso invano ai primi di marzo; poi alla metà, poi alla fine. E sarà forse giunto da loro pochi giorni prima del recapito del secondo numero di quest’anno. E’ ovvio che il mancato recapito nelle case dei nostri veterani abbia suscitato perplessità e commenti negativi. E noi, ora, siamo qua a dare una spiegazione al ritardo del primo numero del 1983 che, come sapete, è di­ventato bimestrale e viene stampato a Roma, appunto dal primo gennaio.
E’ la burocrazia questa volta l’imputa­ta. Infatti stampato il “Veterano Sportivo  abbiamo dovuto cambiare presso il Tribunale di Milano la denominazione da “mensile” a “bimestrale”, il che non ha comportato soltanto l’esborso di qualche liretta per la carta bollata, ma anche l’attesa di qualche settimana, come sempre succede quando si viene a contatto con la burocrazia.
Poi le poste repubblicane: prima di tutto siamo passati dal gruppo tre di spedizione al gruppo quattro; poi per spedirlo abbiamo dovuto anticipare oltre tre milioni (che verranno restituiti con il prossimo numero) e rifare poi il libretto di spedizione poiché questa av­viene ora da Roma e non più da Mila­no. Sembrava una prassi scontata; inve­ce ci sono voluti giorni è giorni di attesa, qualche volta di insofferenza e di sofferenze.
Basti pensare ad un ultimo episodio: a Roma per la spedizione abbiamo man­dato un assegno circolare. Con questo assegno è andato il consigliere Bagaglia alla Direzione Generale delle Poste per l’ultimo round. Non andava bene; oc­correvano contanti. Il nostro Bagaglia ha dovuto così recarsi alla propria ban­ca, farsi cambiare l’assegno, farsi dare i contanti. E finalmente la strada si è fat­ta in discesa. Abbiate pazienza, cari ve­terani, e scusateci tanto, ma il contrattempo non va attribuito a nostra negli­genza.