SEZIONE BARI
PERCHE’ IL 7 OTTOBRE PREMIAMO PAOLO VICINO
E’ una storia di sorrisi e di silenzi, di quelle che ti fanno commuovere ed apprezzare ancora di più i valori dello sport. Perché Michele Lacarpia, non parla dalla nascita, divorato da una tetraparesi – cattiva e beffarda – per un parto finito male. Si può muovere solo su una carrozzina. Lui, timido e diffidente, comunica con sorrisi e silenzi. Aveva tutto per essere fagocitato dal buio della pietà. Invece Michele è diventato la mascotte del Gravina calcio, squadra impegnata nel girone H del campionato di serie D, grazie a Paolo Vicino, portiere e vice capitano della squadra dall’indole travolgente , ma soprattutto compagno di classe di Michele, dai tempi dell’istituto tecnico Bachelet. Un’amicizia cementata dal tempo. Da 12 anni, ogni giorno, Paolo raggiunge casa di Michele, per salutarlo e per portarlo in giro per la città. Costringe gli altri ad accettare la presenza dell’amico. Anche allo stadio: “Michele uno di noi”, gridano i giocatori in coro quando lo vedono prima della partita. E’ diventato la sua ombra: “Lui è un po’ la mia seconda famiglia – spiega Paolo-. Il primo giorno di scuola Michele entrò, iniziò a piangere e uscì dalla classe. Io mi feci forza, lo raggiunsi, gli asciugai le lacrime e ci stringemmo le mani. Da allora non ci siamo più lasciati”. Questa storia di sorrisi e di silenzi è raccontata in un libro: “Oltre le apparenze”. Paolo, che studia Scienze motorie, spiega quanto sia importante avvicinarsi al mondo della disabilità che può regalarti tanto e cambiarti la vita. Il portiere-scrittore vuole utilizzare il ricavato della vendita della pubblicazione per inaugurare
un’associazione in grado di gestire una palestra dedicata ai disabili: “In questo modo si potrebbe creare anche un’opportunità per me, vicino a Michele, anziché andare lontano”.Chi volesse dare una mano può contattare il sito www.oltreleapparenzelibro.it L’universo delle notizie ormai si consuma in attimi. Abbiamo sempre fretta, corriamo, sbattuti nel frullatore della vita da una parete all’altra. E difficilmente riusciamo a riflettere, a vivere fino in fondo le emozioni. Pochi si sono accorti sui media del filo invisibile che lega Michele e Paolo, una vicenda archiviata con la velocità di una meteora. Il mondo si volta facilmente dall’altra parte. Abbiamo bisogno invece di campioni che si diano la mano perché nessuno gioca mai da solo, di corpi forti che custodiscono anime leggere, di buoni esempi che ci riconcilino con la vita. Oltre le apparenze.
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