SEZ. CASTELGRANCI CRONACA DI UNA STRALUNATA NOTTURNA CALCISTICA

LUNEDÌ 16 DICEMBRE 2013

SEZ. CASTELGRANCI CRONACA DI UNA STRALUNATA NOTTURNA CALCISTICA

16 Dicembre 2013 
PANE VINO E VISIONI CALCISTICHE
Dalla Gazzetta Castellese Angelo Giuliano


 La squadra si e’ ritrovata come tradizione a piazza nave alle 17 00 e più che ad una squadra di calcio assomigliavamo  un equipe di paleontologi diretti a svelare  chissà quale misteriosa grotta nelle vicinanze castellesi. Se dirsi in 11 contati vuol dire, dalle nostre parti, essere al completo, allora noi eravamo al completo. La squadra e’ partita con un bagaglio di buon umore misto a una vaga speranza di estorcere un risultato positivo su un campo dove l’anno scorso si e’ usciti pesantemente sconfitti e la porta profanata per ben 4 volte.
Il Castelfranci schierava una formazione come al solito rimaneggiata ma all’inizio ( sempre e solo all’inizio) ben disposta in campo. I primi 20 minuti della partita molto equilibrati dove le squadre si sono fronteggiate a viso aperto mantenendo sempre un atteggiamento sportivo. Al 18° minuto il Gesualdo passa in vantaggio dopo un errore difensivo di Mennino che e’ tutt’altro che in stato di grazia. Grazia che viene concessa anche dall’arbitro 5 minuti prima su un fallo in area dello stesso Mennino che atterra nella maniera più ingenua il centravanti avversario. Come sempre vado psicologico che veramente non si spiega. A questa squadra basterebbe un po’ di convinzione in più e di concentrazione e, metto la mano sul fuoco, le partite avrebbero un esito diverso. Ma il mistero si e’ talmente infittito che a questo punto neanche una seduta di ipnosi regressiva sarebbe sufficiente. Allo scadere del primo tempo arriva puntuale come l’aviaria il secondo gol del Gesualdo addirittura di testa a un metro dalla porta. La rabbia negli spogliatoi e talmente palpabile che la diga poco manca e prorompe  quasi in escandescenza a richiamare la squadra ad un minimo di concentrazione. Il secondo tempo comincia con il Castelfranci ferito ma non sconfitto la squadra tenta di ritrovare un suo naturale equilibrio tra i reparti e a tratti ci riesce anche e per un tempo tiene il Gesualdo quasi nella sua metà campo. Ma ormai arrivare in porta,  che dico, in area e’ diventato un miraggio. Per questa squadra il campo a volte e’ un deserto senza confini e la porta un miraggio figlio delle allucinazioni. La partita termina con un passivo di due goal a zero che non rispecchiano  il reale andamento delle cose  e il Castelfranci a buon ragione meritava qualcosa in più. I limiti di questa squadra nel corso di questa rubrica domenicale penso siano stati esposti in maniera molto chiara,ma la cappa di manierismo calcistico che inghiotte la testa di molti atleti e del suo allenatore oramai la fa da padrone, e uscire da questa situazione richiederebbe un umiltà  che questa squadra dal mero punto di vista tecnico e umano,  al momento non e’ in grado di riconquistarsi.
Siamo arrivati a metà stagione e la squadra non ha ancora vinto una partita e questo dovrebbe seriamente far riflettere sul fatto se ha un senso continuare un avventura calcistica di questo genere in questo modo. O si  entra con una rasoiata nei problemi di questa squadra che non sono, ripeto, la mancanza di competitività, ma la mancanza di impegno, la mancanza di agonismo e la fame di vittorie, o si ripiega nei tornei estivi e banali a calcetto. C’ e’ bisogno di rifondare qualcosa nella testa e nelle gambe e per farlo ci vuole sacrificio e uno scatto d’orgoglio, cose queste che sono nel nostro dna, ma giacciono e dormono chissà dove  e forse e’ arrivato sul serio il momento di risvegliarli.
Dalle pagine di questa rubrica, che chiuderà per la vacanze natalizie, vorrei approfittare per mandare un saluto e un abbraccio ad arcangelo lungo, gran maestro  di calcio e futuro allenatore di questa squadra. Vive, tecnicamente, in svizzera ma e’ un apolide la cui radice e’ tutta castellese puro sangue.
Ci servirebbero i suoi consigli adesso la sua sagacia, il suo mantra ” attaccare gli spazi e creare superiorità numerica” sul dorsale castellese nel bel mezzo di questo gelido inverno. Forse cari compagni dovremmo ricominciare tecnicamente proprio  da questo attaccare  gli spazi, umanamente a portare più rispetto per i compagni e forse troveremo acqua in abbondanza anche nel deserto in cui vaghiamo.
BIMONTE detto la Roccia
Fa due bellissime parate nel primo tempo e’ in serata e si vede e non ha alcuna colpa sui gol subiti. Esce nel primo tempo dopo una prestazione di ottimo livello.
Voto 7
PULLO detto tela di ragno
Entra nel secondo tempo e mette subito le cose in chiaro col centravanti avversario che voleva sbeffeggiarlo tirando in porta sulla battuta d’inizio del secondo tempo, pallone che tela di ragno addomestica col culo che fa tutt’uno con la sua verve ironica e un pantaloncino taglia 68. Fa una parata bellissima su una punizione insidiosissima sempre del centravanti che forse ha qualche conto in sospeso ma stavolta para col  talento  che fa tutt’uno con la sua esperienza
VOTO 7
GENTILE Detto la diga
Entra in campo come un leone mezzo sazio ma minuto dopo minuto si accorge di avere ancora fame serra le file in difesa cerca quanto possibile di tenere saldo il reparto ma a volte e’  come Giovanni il Battista ”una voce che grida nel deserto”.
VOTO 7
MENNINO detto Kamikaze
Una serata veramente storta la sua. Entra in campo nervoso e non se ne capisce il motivo , sbaglia palloni facili per lui che su quegli stessi palloni e’ solito esaltarsi come un guerriero.
Ma a tutti può capitare una serata storta caro kamikaze e non te ne dolere, la squadra è con te. .VOTO 5
BOCCELLA detto faccia di bronzo
Il migliore in campo, ha dato quello che poteva cercando di sopperire ogni lacuna che si appressava nell’intero reparto difensivo. Migliora di partita in partita faccia di bronzo sia fisicamente che tatticamente ed e’ una cosa assolutamente positiva.
VOTO 7,5
BARBONE detto asterix
Entra nel secondo tempo e si limita a contenere qualche sgroppata sulla sua zona di campo. Non in perfette condizione fisiche finisce la sua partita senza pregi e difetti.
VOTO 6
RAFFAELE detto l’ultimo dei mohicani
L’umorologo del reparto decadenza senile del comune di Castelfranci, entra in campo senza la solita adrenalina liguofila, ma concentrato e a tratti con una buona costanza tattica .Si avventura in qualche escursione sulla tre quarti senza nessun motivo ma nel contesto una partita pratica la sua, e cosa degna di nota non insulta nessuno. Vuoi vedere che l’aver abbracciato il veganesimo e l’aver cominciato a diffondere il suo” vangelo secondo ciccio” ha condotto il nostro  sui sentieri del ravvedimento e la necessità dell’equilibrio tra le generazioni?? Staremo a vedere…
VOTO 6,5
GIULIANO detto De ponti
Sono un paio di partite  che cerca più la sua collocazione tattica per il bene della squadra che dare gas al suo malcapitato talento. Svolge un primo tempo poco visibile ma di efficacia tattica e può dirsi un ottimo primo tempo. Si perde quando il gioco si improvvisa e si fa confuso e senza idea di base ma in campo non litiga mai con nessuno non si fa mai superiore a nessuno, non  dice mai a nessuno come e dove giocare come passare o come non passare la palla. Il rispetto per i suoi compagni e’ encomiabile Qualità rare di questi tempi ma la tenacia e’ il suo vessillo.
VOTO 6,5
ROBERTO detto il vigile urbano
C’era poco da dirigere sul campo del Gesulado in quanto anziché incroci intasati si prospettavano autostrade a ogni minuto della partita A volte gioca scazzato e senza intenzione alcuna La fortuna vorrebbe che la squadra lo trovasse per una volta in stato di grazia.
VOTO 6,5
BARBONE Felice DETTO l’eleganza del riccio
Il riccio ha una qualità che al cronista piace molto, punta l’uomo. Chi sia lui lo punta poi dove va sembra non esser affar suo, Io penso che lui giochi in un ruolo non suo, ma da quando e’ in squadra una cosa e’ certa il riccio non tira la gamba indietro.
VOTO 6,5
CRESTA detto cavolo a merenda
In queste ultime partite sembra che abbia espiato qualche peccato col digiuno di bile A volte tende a strafare ma nel contesto mostra impegno e voglia.
VOTO 6,5
CRESTA Luigi detto cavatappo
Il passo del felino e’ sempre quello avesse  qualche chilo in meno l’area e’ il suo territorio di caccia naturale si perde quando tutto diventa improvvisazione confusione.
VOTO 6,5
DI LALLA detto lo special two
Mette in campo la formazione che ha a disposizione fosse per lui farebbe giocare  anche Van Basten e Gullit sul campo del Gesualdo e ahimè si deve accontentare di de ponti e cavatappo.
VOTO 6,5