SEZ BARI Italia, Paese di camminatori

SEZIONE BARI

Italia, Paese di camminatori

(soprattutto dopo il lockdown)

Il dossier promosso da Terre di Mezzo svela la crescente passione degli italiani per gli itinerari storici e tematici da percorrere a piedi. E le donne hanno effettuato il sorpasso

di Peppe Aquaro

E adesso che tutti puntano sul viandante, resterà quel senso di unicità dell’impresa, di misticismo del camminare o di puro svago della mente? A giudicare da come si è evoluta la massa critica del popolo dei Cammini, potremmo dire proprio di sì. Anche perché, i dati che arrivano dalla ricerca di Terre di mezzo Editore, relativi ai cammini e ai camminatori nell’anno 2021, raccontano un nuovo mondo del viandante, il cui trend è in continua ascesa. Non parliamo di dislivelli e difficoltà dei percorsi, ma di un vero e proprio innamoramento per i Cammini. Basti pensare alle Credenziali (quei libricini a forma di fisarmonica con i timbri delle soste da aprire e richiudere tappa dopo tappa nel corso del cammino) distribuite lo scorso anno: ben 59.538 su 49 Cammini. Qualcosa come quindicimila in più rispetto al 2019: naturalmente, il 2020, l’anno dei lockdown nel pieno della pandemia, è stato l’era dei sentieri quasi vuoti e abbandonati. Ma non più di tanto, se consideriamo le quasi 37mila credenziali rilasciate nella primavera di due anni fa.

Il Cammino nelle Terre Mutate – 

 

Un popolo di santi, poeti e camminatori

Chiarimento per il popolo dei diffidenti: sono dati attendibili in quanto provengono da associazioni ed enti che rilasciano sia le Credenziali, sia i Testimonium, quei documenti in possesso di ogni camminatore alla partenza e all’arrivo del Cammino. E sono dati che possono benissimo ridisegnare il nostro Paese come «Italia, Paese di Cammini», titolo del dossier di Terre di mezzo editore presentato questo giovedì 29 a Milano, nel corso di Fa’ la cosa giusta! e della prima edizione della «Fiera dei Grandi Cammini» (in programma fino all’1 maggio e che punta a valorizzare itinerari storici e tematici da percorrere a piedi o in bicicletta alla scoperta della cultura e delle bellezze italiane e internazionali: link al programma completo), insieme ai risultati del questionario online «Io e il mio cammino», al quale hanno risposto 1.821 camminatori. Una buona fetta per comprendere la voglia di ripartire zaino in spalla degli italiani: santi, poeti, navigatori e camminatori, ma, si sa, spesso poco inclini alle regole. Dal questionario online è emerso, infatti, che un quarto dei camminatori non chiede le Credenziali. E questo voler fare da sé fa salire a ben ottantamila il popolo dei camminatori del 2021.

Dal più gettonato (Santiago) agli emergenti (vedi Borghi silenti)

E sempre per il popolo dei diffidenti, se incrociassimo i dati nazionali con quelli del Cammino più conosciuto e battuto al mondo, Santiago di Compostela, leggeremmo che tra le 178 mila persone che hanno ritirato a fine cammino nella cattedrale di San Giacomo, la Compostela (a Santiago è chiamato così il Testimonium), gli italiani erano in 7.817: al terzo posto (ma non è chiaramente una impresa agonistica) dopo gli spagnoli, che giocano in casa, e i camminatori portoghesi. Ancora dubbi? E allora, se non bastano i camminatori per convincersi di una vera e propria rinascita del viandante made in Italy, diamo un’occhiata ai Cammini. Con 14 nuovi Cammini e coraggiosi, in quanto le credenziali sono state distribuite negli anni della pandemia, tra il 2020 e il 2021. Ecco i loro nomi: dal Francescano della Marca a quello di Don Tonino, dalle Vie del Viandante alla Via dei Lupi, passando per il Cammin del Salento, quello dei Borghi Silenti, del Deserto, il Grande Cammino del Monferrato, e degli Aurunci. Ma proseguendo in questi sentieri dai nomi simboli di eccellente territorialità, ecco la Via dei Gessi e dei Calanchi, il Kalabria Coast to Coast, la Via Vandelli, il Cammino di San Giacomo in Sicilia e il Cammino di Dante nel Casentino.

Il battesimo del pellegrino

Tornando al questionario, tra i 1.821 intervistati tra marzo e la prima metà di aprile scorsi, il 21 per cento dichiara di stare per partire per il suo primo Cammino. Gettonatissimo quello di Santiago. Seguono i percorsi che attraversano il nostro Paese: dalla Via Francigena alla Via degli Dei e a seguire il Cammino nelle Terre mutate. Ma sono tantissime le novità italiane dedicata ai Cammini e che saranno presentate nel corso della fiera: dall’anteprima della Guida ufficiale La Via Francigena nel Sud alla nuova edizione della guida al Cammino Materano, lungo la Via Peuceta, e della Via Ellenica, da Brindisi a Matera. E ancora itinerari a piedi e in bicicletta da Nord a Sud: dal Grande giro del Lago di Garda Il Cammino Balteo, fino al Periplo della Sicilia in bicicletta e ai moltissimi Cammini in Sardegna.

Più cammino, più sto bene

Spulciando poi sul senso social di un Cammino, fa riflettere un dato: il 32% delle persone intervistate ha deciso di cimentarsi nei panni di un pellegrino con scarpe da trekking e compiere un Cammino grazie al passaparola, mentre il 29 per cento si è incamminato dopo aver smanettato sui siti internet, così come il 19% ha deciso di mettersi in cammino grazie ai social. Ma perché si cammina? Poco sostanziali le risposte dei neofiti o dei veterani. Sì, si cammina per il proprio benessere psicofisico, altrimenti non si spiegherebbe quella risposta quasi trasversale dove tutti dichiarano di aver tratto beneficio da un Cammino. Meglio se nella propria regione o nei pressi: è la preferenza del popolo del 40 per cento.

Identikit del viandante

Ma veniamo al cuore della ricerca. Chi sono i camminatori italiani? Soprattutto camminatrici. Il 2021 è stato, infatti, l’anno del sorpasso, con quel 50,4% fatto registrare dal popolo delle pellegrine. Però, che scatto e che passo: se pensiamo che nel 2020 erano al 44 per cento. Camminare è una pratica per giovani o meno giovani? Il 68 per cento dei viandanti 2.0 va dai 30 ai 60 anni. E sono più camminatori i dipendenti (46%) dei liberi professionisti (17 per cento). Noi italiani siamo un popolo di camminatori pigri o che ha poco tempo: i percorsi più gettonati sono quelli da 5 giorni al massimo. Anche se quel passaggio dal 10 al 18 per cento, rispetto a due anni fa, di chi scegli due settimane di cammino fa ben sperare in un futuro da maratoneti del Cammino. Solo il 4 per cento preferisce affrontare i percorsi in bici, e la maggioranza dei camminatori, il 66 per cento, preferisce infilare nello zaino la buona vecchia guida cartacea.

Un occhio ai prezzi, un altro alle strutture

Sì, adesso è un po’ più facile capire perché tutti puntano sul viandante, il cui abbigliamento e ogni tipo di «necessaire» stimola un’economia sommersa: nel senso, battuta in lungo e in largo ma lontana dal turismo di massa. Con dei «Ma»: dettati dal fatto che camminare in Italia, per esempio, costa più che in Spagna. Quanto spende un viandante nel nostro Bel Paese? Il 51%, dai 30 ai 50 euro al giorno, il 16% più di 50 euro, il 22% riesce a stare sotto i 30 euro e il 9 per cento ce la fa a «sopravvivere» con meno di 20 euro. Per la serie, è chiaro che libri, guide, calzature, abbigliamento tecnico, pernottamenti, pranzi e cene hanno un prezzo, ma se si ponesse più attenzione alle strutture (magari più semplici ed economiche: è la richiesta del 39 per cento, o se ci fossero più ostelli, 32%) che accompagnano il pellegrino, non sarebbe male. Dice, ma perché lungo il Cammino di Santiago ci sono ostelli quasi uno dietro l’altro e da noi si deve optare per un b&b al massimo? Sarà pure vero, ma qualcosa si muove. Come nel caso del fare rete, lo scorso anno, delle 250 strutture della Via di Francesco, tra Toscana, Umbria e Lazio. Infine, per saperne di più: dati e grafici sul mondo italiano dei camminatori, è possibile consultarli cliccando.