SCHERMA, “LA MORTE DI EDOARDO” IL COMMENTO DI CALCAGNO

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FONTE RAI di Franco Vittadini domenica 27 maggio 2012

SCHERMA, “LA MORTE DI EDOARDO”

IL COMMENTO DI CALCAGNO

di Martino Di Simo

EDOARDO MANGIAROTTI

Un mito dello sport italiano: questo era Edoardo Mangiarotti, il campione di scherma scomparso venerdì a Milano. Nato a Renate il 7 aprile 1919, Mangiarotti ha scritto la storia dello sport italiano e della scherma mondiale: infatti ha collezionato la bellezza di 6 medaglie d’oro, 5 d’argento e 2 di bronzo alle Olimpiadi, 13 ori, 8 argenti e 5 bronzi ai Mondiali. Ad oggi è l’atleta più medagliato della storia dell’Italia ai Giochi Olimpici ed il quarto in assoluto alle spalle di Larissa Latynina, Michael Phelps e Nikolai Andrianov con 15.
Ha partecipato a 5 Olimpiadi, dal 1936 a Berlino al 1960 a Roma. Per parlare di questo grande personaggio dello sport mondiale abbiamo sentito Federico Calcagno, giornalista Rai, voce ufficiale della scherma. Eccolo in questa intervista a il sussidiario.
Edoardo Mangiarotti è stato l’atleta più grande dello sport italiano?
Era un personaggio che andava al di là anche della scherma, un personaggio incredibile, che ha superato i confini di questo sport, sicuramente il più grande atleta italiano di tutti i tempi.
Ci ha lasciato l’eredità di una carriera straordinaria. Ha vinto il suo primo oro alle Olimpiadi di Berlino nel 1936 e ha partecipato a 5 Olimpiadi, fino a Roma 1960. Quindi ha avuto veramente una carriera lunghissima, infinita. Poi è stato presente a tutte le Olimpiadi seguenti, addirittura aveva già l’accredito per Londra 2012.
Merita di essere considerato tra gli atleti più grandi del mondo di tutte le epoche?
Non posso che essere d’accordo perché, pur essendo rappresentante di una disciplina come la scherma che è di nicchia, ha veramente fatto grandi cose come i campioni degli sport più importanti. La scherma ai tempi in cui gareggiava Mangiarotti era praticata da rappresentanti della borghesia, a differenza di adesso che è praticata da esponenti di tutte le classi sociali. E Mangiarotti ha sempre affrontato la scherma come un vero professionista dello sport.
Cosa devono imparare i giovani che si affacciano allo sport e alla scherma da un personaggio come Mangiarotti?
Devono imparare questo suo modo di affrontare lo sport sempre con stile, con dedizione assoluta. Veniva da una famiglia dove lo sport era di casa. Suo padre era maestro di scherma e aveva fondato una scuola d’armi nel 1909 Milano. Gli aveva trasmesso la passione per questa sport, come per il ciclismo e la boxe, e gli aveva consigliato di passare a tirare da destro a mancino per essere più forte. Anche suo fratello Dario ha fatto ottime cose. Lui ha sempre vissuto la scherma con passione incredibile, cercando di capirne anche le nuove tecnologie che ne avevano cambiato l’essenza, come l’introduzione della moviola.

EDOARDO MANGIAROTTI

E’ stato sicuramente il più forte spadista di tutti i tempi, interpretando al meglio questa disciplina.
Anche qui ha fatto ottime cose, pur essendo lui uno spadista più che un fiorettista. D’altronde nella scherma complessivamente ha conquistato 26 medaglie ai Mondiali, la metà d’oro, e 13 alle Olimpiadi, ben 6 d’oro. Un atleta eccezionale.
Si può dire che Valentina Vezzali ha ripercorso la sua storia al femminile?
Era lo stesso Edoardo Mangiarotti a dire che Valentina Vezzali era la sua erede, anche se in chiave femminile, l’atleta in cui meglio si vedeva rappresentato.
Andai una volta a casa sua per un servizio. Si era presentato con quel suo stile aristocratico, ma in effetti poi aveva dimostrato tutta la sua gentilezza, la sua affabilità, quei lati del suo carattere che dimostravano tutta la sua immensa cordialità.