GIOVEDÌ 31 MAGGIO 2012
PANTHLON “ETICA NELLO SPORT GIOVANILE” – XVIII CONGRESSO A SIRACUSA
Con il XVIII Congresso di Siracusa si conclude il ciclo di iniziative culturali per l’implementazione della “Dichiarazione”
Il XVIII Congresso del Panathlon International, tenutosi a Siracusa il 18 e 19 Maggio ha concluso il ciclo di iniziative culturali per l’implementazione della Dichiarazione di Gand (2004). I tre congressi dell’era Prandi, curati da Antonio Spallino (Anversa 2007) e da Maurizio Monego (Stresa 2010 e Siracusa 2012) hanno focalizzato l’attenzione dei panathleti e di chi fuori dal Panathlon segue con apprezzamento il lavoro culturale del Movimento sui temi trattati dalla Dichiarazione.
“Etica e Sport. Giovani e manager” (2007) e “Il Primato dell’etica. Vale anche nello sport?” (2010), con gli autorevoli interventi di relatori fra i più qualificati al mondo e le risoluzioni finali avevano portato in primo piano il tema della responsabilità di tutte le componenti del mondo sportivo per diffondere i valori positivi e dare visibilità alle buone pratiche. Allo scopo è stato attivato l’Osservatorio sull’etica nello sport giovanile, nel sito del Panathlon International. Il congresso di Siracusa ha posto l’accento su “Integrità nello sport – Strumenti, Sviluppo, Strutture”.
I piani di integrità, inquadrati e illustrati da Yves Vanden Auweele, sono la più efficace risposta alle minacce che gravano sullo sport: da quella del doping e delle scommesse clandestine, rispetto alle quali occorre stabilire coerenza fra la legislazione sportiva e quella degli Stati e maggiore omogeneità fra le legislazioni statali (Raffaele Guariniello), a quelle della corruzione che investe i grandi eventi sportivi (Henrique Nicolini); si devono adottare misure di prevenzione rispetto ad ogni forma di abuso sugli/sulle atleti/e, similmente a quanto realizzato nel Regno Unito (Anne Tiivas); si deve sviluppare il potenziale educativo e morale dello sport a partire dalla dirigenza istituendo figure come il Chief Ethics Officer secondo una chiave di interpretazione del fenomeno sportivo che si basi su una solida formazione filosofica e si esplichi in chiave etico-economico-manageriale (Bruno Castaldo).
La partecipazione straordinaria di Mrs. Katalin Bogyay, esponente di spicco dell’UNESCO ha riproposto il desiderio e l’opportunità di collaborare con quella istituzione con il cui partenariato il P.I. già pubblicò il saggio di Ariel Morabia “Sport e/è etica” (1999).
Da registrare alcune novità emerse da questo Congresso: per la prima volta vi hanno preso parte gli autori di contributi culturali selezionati fra quanti avevano partecipato al “congresso virtuale”; il congresso è stato seguito in diretta, via Internet, da chi non ha potuto essere presente (numerosi i contatti dall’America).
È stato presentato (Patrizio Pintus) uno strumento educativo innovativo: una applicazione, scaricabile gratuitamente dal sito del P.I. che basandosi sui 5 punti della Dichiarazione e utilizzando i materiali del Concorso Grafico, si propone ai giovani e agli insegnanti come esercizio di riflessione di fronte a dilemmi etici, a situazioni e a domande di cultura olimpica, proponendosi come strumento pedagogico da utilizzare in modo ludico