NEL PRIMO CENTENARIO DELLA NASCITA DI LUIGI BARZINI RICORDATO A ORVIETO DAI VETERANI SPORTIVI

DOMENICA 22 DICEMBRE 1974
da “Il Veterano Sportivo” Novembre – Dicembre 1974

NEL PRIMO CENTENARIO DELLA NASCITA DI LUIGI BARZINI RICORDATO A ORVIETO DAI VETERANI SPORTIVI

Patrocinio del Ministero della P.I., del CONI, del Comune di Milano, della Comunità Europea dei Giornalisti e della Fondazione Euro-Africana. Una interessantissima mostra retrospettiva.

 La manifestazione sarà ripetuta a Milano.

Francesca, la più giovane dei cinque figli di Luigi Barzini junior, scopre la lapide apposta sulla casa natale del nonno, nel giardino comunale di Orvieto.

Orvieto ha ricordato, un po’ alla sua maniera, il suo grande figlio Luigi Barzini, il primo «inviato speciale» del giornalismo italiano, il cronista fedele e veritiero, in un secolo di rinnovamento  di guerre, di rivolte, di indagini, di terremoti, di tanti avvenimenti di cui l’orvietano è stato non soltanto spettatore di primo piano, ma anche in alcuni protagonista nei resoconti per i lettori del «Corriere della Sera» e del «Daily Telegraph», per dire soltanto quelli che lo mandavano, da un capo all’altro del mondo, perché raccontasse storie vere, vissute, reali.
Vi hanno aderito molte autorità, molte delle quali hanno dato il loro patrocinio, molte altre si sono fatte rappresentare, ma vi erano tanti giornalisti  molti dei quali colleghi, amici, estimatori, compagni di redazione, compagni in vari servizi di inviati speciali  ed il mondo della cultura era largamente rappresentato unitamente a tanta gente, tanti orvietani che lo hanno conosciuto, che gli sono stati amici di sempre, nella buona e nella cattiva sorte, tanti che ricordano aneddoti inediti, ricordi sempre vivi nonostante il tempo trascorso, da quando egli partì nel 1898, per andare a Roma  in cerca di lavoro e trovandolo nella redazione del «Fanfulla», che aveva la sua redazione proprio nello stesso fabbricato, nello stesso piano, con le porte l’una di fronte all’altra con quella del «Corriere della Sera», per fare il «pupazzettista» e scrivere qualche resoconto di cronaca mondana e poi anche cronista parlamentare, dell’Italia di allora, del suo tempo.
Lo ha commemorato un orvietano: il senatore Remolo Tiberi che lo ha ricordato non soltanto come grande giornalista e scrittore, novelliere e commediografo, ma soprattutto come uomo e come orvietano, forse in ciò sconosciuto ai più, semplice e modesto, timido, lui, giornalista di fama internazionale.
Ma i grandi ed illustri uomini appartengono alla cultura, alla storia, al mondo e la faziosità e la meschinità di alcuni o la dimenticanza di altri non intaccano minimamente chi, come Luigi Barzini, ha dato tanto senza mal nulla chiedere, anzi rifiutando onori e gloria.
Sapeva di essere un ricercato giornalista ma non se ne rese mai conto di questa tanta fama né tantomeno la sfruttò ai fini degli stipendi e degli emolumenti. Barzini viveva agiatamente  non era ricco e lo poteva ben essere con tutti i suoi scritti, i suoi sacrifici, i tanti libri pubblicati, mentre il «suo» giornale gli imponeva un tenore di vita quasi principesco, per tenere alto quel nome, che poi lo stesso Albertini, perché non condivideva le sue idee rinunciatarie, lui, Barzini, era invece un liberale conservatore, lo licenziò quasi su due piedi. Va negli Stati Uniti e fonda il «Corriere degli Italiani» — aveva sempre il «Corriere» nel cuore — e quando ritorna crede di avere il posto di direttore al «suo» Corriere ma politicamente fu estraniato. E va a Napoli a dirigere «Il Mattino» che egli trasforma in un giornale moderno d’informazione.
Il senatore Tiberi ha fatto una rievocazione umana in cui Barzini è balzato fuori con tutta la sua umanità nel timore sempre di non essere all’altezza di questo o di quel servizio, nel timore di non riuscire a soddisfare il let­tore per tutto quello che il lettore desiderava da lui…
«Fu un antico italiano — ha detto il senatore Tiberi — che dava del tu alla fortuna e alla sfortuna».
Questa celebrazione, la cui iniziativa è stata di Giuseppe Simoncini, sotto l’egida della nostra Unione, di cui la Sezione di Orvieto è stata la perfetta esecutrice, esprimendo uno sforzo organizzativo non indifferente e sobbarcandosi questo non facile compito, ha trovato nel Ministero della P.I. appoggio e solidarietà, nel C.O.N.I. in quanto Barzini è stato uno dei protagonisti del fantastico raid Pechino-Parigi, l’inviato speciale del «Corriere» e del «Daily Telegraph» londinese, della Comunità Europea dei Giornalisti, del­la Fondazione Euro-Africana, ma soprattutto ha trovato nel Comune di Milano l’incentivo della metropoli lombarda, città adottiva di Luigi Barzini, dove visse circa 50 anni, vi prese moglie, vi ebbe i suoi figli e vi chiuse la sua vita terrena nel 1947.
Il valore della manifestazione è stato accalorato dall’adesione, fra gli altri  del Presidente Leone, dei ministri Andreotti, Bisaglia, Ripamonti, Malfat­ti, Togni, Preti, del sottosegretario Sarti, del Presidente della Giunta Regionale Umbra, dell’Automobile Club, del Touring Club Italiano, di molti ambasciatori tra cui quello degli Stati Uniti d’America, John Volpe, e tanti e tanti altri, per terminare con il Sindaco di Milano, Aniasi, dell’assessore all’Educazione e Sport dell’Amministrazione Provinciale, Brondoni, Agnelli e la Fiat, che ha messo a disposizione il suo Centro Storico e che ha collaborato per l’allestimento della Mostra retrospettiva, ed altri ancora. Molti i giornalisti, Lilli, Della Riccia, Gengo, Lattuada, Bettiza, Bartoli, Licata, d’Andrea, Sarti, Monelli, Focarile, Rodino, Donatelli, Macchiavelli, Chiocci, Ceccherini, Brunori, Giustiniani, Lupinacci, Beltrami, Fagnoni, Giannini, e tanti e tanti altri ancora tanto da poter dire quasi un raduno di giornalisti, RAI-TV, ecc., ecc.
Il Presidente della C.E.I. ha consegnato la tessera di socio onorario a Luigi Barzini junior, mentre il Vice Presidente della stessa, on. Guglielmi, gli consegnò una medaglia d’oro alla memoria del padre.
Il Circolo «La Manovella» di Roma, che ha partecipato con una «Gimkana» con automobili antiche, ha con­segnato a Simoncini, Donateli! e a Vallecchi artistiche targhe, mentre i «veterani sportivi » di Orvieto hanno dato una particolare targa al nostro Mario Donatelli, per il formidabile la­voro organizzativo svolto. Il nostro Presidente Mangiarotti, che è intervenuto portando il saluto dell’U.N.V.S., del C.O.N.I. e delle Medaglie d’Oro al valore atletico, ha avuto parole di vivo elogio per Giuseppe Simoncini e per Mario Donatelli, artefici della manifestazione.
Non si può chiudere senza accennare alla sfilata delle macchine dell’epoca del Circolo «La Manovella» di Ro­ma con i suoi autentici pezzi-gioiello.
Erano presenti tutti i Barzini viventi con alla testa Luigi Barzini junior; era persino venuta dalla Spagna la fi­glia pittrice Emma Barzini, che fece, nel 1935, un magnifico ritratto ad olio del padre.
La Mostra Retrospettiva, curata dall’arch. Stramaccioni, ha visto esposte 1000 fotografie, disegni, cimeli, ritagli di giornali con i servizi di «Gibar», tutti i libri da lui scritti, ecc., ecc., destando vivissimo interesse.
L’annullo postale e la cartolina, appositamente stampata, hanno destato la più grande attenzione da parte dei filatelici e del mondo culturale e giornalistico.

Mado