La StraPasteria nel racconto di Remigio Di Benedetto
Grazie alla fattiva collaborazione tra la Fidal Catania, il Presidente della Sezione UNVS di Catania, Agostino Arena e il Delegato Regionale, Corrado Giraffa, è stato concesso il permesso per la pubblicazione di questo articolo.
Catania, 17 Luglio 2016
di Remigio Di Benedetto
Ancora una volta la frazione Pasteria di Calatabiano è teatro della corsa podistica divenuta oramai un classico del podismo della provincia di Catania, la “StraPasteria – Trofeo San Giuseppe”. Alle 18, con largo anticipo sul programma, grazie a un’attenta e volenterosa organizzazione, tutti gli elementi necessari allo svolgimento dell’avvenimento sportivo sono pronti. Unica nota negativa è il forte vento che ha caratterizzato tutta la giornata. Ed è proprio a causa di questo elemento atmosferico, che il cosiddetto “gonfiabile” inizia a ondeggiare a sinistra e a destra. Per ovvi motivi di sicurezza, l’organizzazione decide di eliminarlo dal percorso, facendolo divenire lo “sgonfiabile”. I podisti già presenti in gran numero nella piazza del paese iniziano il “riscaldamento” lungo il percorso. Tutti cerchiamo di capire quali siano i punti del tracciato di gara in cui il vento ci colpirà più pesantemente “Sgonfiato il gonfiabile”, si resettano le strumentazioni della TDS e c’è l’OK dalle forze dell’ordine. È poi la volta del parroco, vero “direttore dei lavori” che con le sue belle parole e la sua benedizione ci rinfranca nello spirito e nel corpo. Lo speaker Raimondo Lizzio invita a questo punto, atleti e spettatori a un minuto di raccoglimento per le vittime dell’ultimo attentato in Francia. Terminato questo doveroso minuto di riflessione, i giudici prendono in mano la situazione e nonostante la presenza del sindaco e l’ampia rappresentanza di consiglieri e assessori del comune, danno il via alla gara con un secco e sibilante colpo di fischietto.
Ci lanciamo lungo il percorso, siamo in 178 e le 356 gambe che ne derivano si “intrecciano” tra loro, ma la strada è molto ampia e non c’è alcun problema. La prima svolta è all’incirca dopo 500m e la strada, ancora molto larga, dà spazio a sorpassi da parte di chi ancora cerca la posizione giusta all’interno del gruppo. La situazione si fa più critica quando svoltando ancora a destra imbocchiamo la statale 114. A noi podisti è riservata una porzione della carreggiata opportunamente transennata, siamo in piena sicurezza rispetto all’intenso traffico della serata domenicale, ma lo spazio è poco e c’è un po’ d’imbottigliamento. Sono costretto a rallentare, ma in compenso prendo un poco di fiato. Sono “scortato” da Antonio Spadaro e Marco Amato della mia società, la Fiamma San Gregorio, hanno alcun decenni meno di me e mi sono utilissimi per il mantenimento di un buon ritmo. D’altronde io “scenderò” dall’autobus della corsa al terzo giro, mentre loro ne dovranno sostenere altri due. Finita la statale e la strettoia, c’è la terza e ultima svolta che ci riporta in piazza e allo “sgonfiabile”. Termino il primo giro con un “pugno” di secondi di ritardo da Mario Scarinci (Etna Running), mio principale avversario di categoria. Il secondo giro mi serve proprio per rosicchiare terreno al mio avversario; seguo sempre la scia di Marco e quando siamo al secondo passaggio dalla postazione “TDS” il “marchingegno” elettronico dei cronometristi assegna lo stesso tempo a me, Marco e “all’avversario” Scarinci. Siamo al terzo e ultimo giro, almeno per gli over sessanta come me. Ho ancora le energie per mantenere il passo di Marco, la sua “scorta” è impagabile, Antonio e subito dietro di noi. Il “tachimetro” che ho nel cervello mi segnala che abbiamo praticamente la stessa velocità del primo giro, il che mi consente lentamente ma inesorabilmente di “seminare” Mario. Affronto la strettoia lungo la statale con buona energia, l’avvicinarsi progressivo dello striscione che pubblicizza la “sagra dei maccheroni” è il mio punto di riferimento; quando avvicinandomi, la scritta diviene completamente leggibile, capisco che ce l’ho fatta, sono a 20 metri dall’arrivo, svolto e taglio il traguardo. Mario “aspetta” sei secondi prima di arrivare. È poi la volta di Francesca Grigorio (Sport Etna outdoor), prima delle donne. Se per noi “anziani” e per le femminucce la fatica termina, per i “giovani” la corsa prosegue per altri 2,8 km.
Luca Stagno (Etna S. Pietro Clarenza) e Francesco Nastasi (Ortigia Marcia) conducono in testa tutta la gara con l’iniziale compagnia dell’inossidabile Alfio Scalisi (Podistica Messina). Solo nella parte finale dell’ultimo giro, Luca stacca l’avversario e fa tesoro dei 3 secondi che gli consentono di aggiudicarsi il Trofeo San Giuseppe.
Terminata la fatica, i podisti vengono rinfrescati con granita a cura dell’organizzazione (limone,fragola o pesca), c’è poi il pacco gara con acqua e maglietta. Siamo alla premiazione, Raimondo dà la parola all’organizzatore “Mister” Spinella e poi via via a vari rappresentanti dell’amministrazione comunale. Tra gli atleti c’è qualche “sbadiglio”, poi in rapida successione si distribuiscono coppe ai vincitori assoluti, ai vincitori di categoria tra i quali spicca Sossio Farina “classe 1936”, ai primi “paesani”, ma ci sono targhe anche per personale dell’assistenza sanitaria, forze dell’ordina ecc. ecc.
Grazie a tutti, manifestazione simpatica e gradevole che mister Spinella ci auguriamo riproporrà anche il prossimo anno.
Prossimo appuntamento per i podisti tra due settimane al Campionato Regionale di corsa in Montagna a Piano Vetore sull’Etna. Il percorso è straordinariamente bello, ma siamo a 1750m, occorre il maglioncino per gli atleti e la giacca a vento per gli spettatori.
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