La pìetas del popolo e la pietà popolare:
essere pellegrini a Picciano.
di Giovanna Grieco
La pietà del popolo sembra avvolta da un alito di mistero, come se ci sia sempre qualcosa di inspiegabile e incomprensibile per la mente umana; il cuore e l’anima popolare, invece, in alcuni fugaci momenti, sembrano cogliere, riconoscere e condividerne la gestualità e la ritualità collettiva. Devozione, giustizia, fedeltà e bontà sono i sentimenti che animano i pellegrini del colle di Picciano nel loro individuale cammino, in salita, verso la meta, verso la vetta.
La sofferenza di coloro i quali sentono di vivere la propria esistenza in una valle di lacrime li fa arrampicare lungo i sentieri del bosco, a piedi, in auto, di corsa, in bici, in pullman, in moto,. senza mai lasciare la via maestra, asfaltata, della preghiera.
La speranza di vedere la Madre di Gesù, non per i propri meriti, ma solo per la bontà e la misericordia del Padre Nostro che è nei cieli, è un dono: sarebbe come entrare in Paradiso attraverso il Paradiso stesso perché Maria è la porta del cielo di cui i Santi Pietro e Paolo hanno le chiavi e il Vangelo d’accesso.!
Lei appare per continuare a dire al mondo che Dio esiste, che Gesù è il Cristo il Figlio del Dio Vivente, che lo Spirito Santo scende su tutta l’umanità e che le porte degli inferi non prevarranno sulla Sua Chiesa! .
Per tutti gli scribi e i farisei di ogni tempo e di ogni luogo terreno, che ipocritamente dicono sì a Dio ma poi con il cuore non lo seguono, in processione i pellegrini camminano al seguito della Madonna di Picciano con sincera semplicità , pregando e cantando, prima e dopo la confessione.
La forza di volontà di chi sorregge il peso e la fragilità di quelli che implorano una grazia completano il pellegrinaggio; i figli della Madre Celeste vogliono stare sotto il suo manto color del cielo e la “veste“bianca dei monaci intinge di purezza la pace che si avverte e si respira nell’aria e nel silenzio.
Tutti i pellegrini offrono alla Madonna di Picciano quello che sono: un pensiero floreale per la gioia e la riconoscenza fiorite del cuore, la fiamma di una candela per l’amore dell’anima, un bacio per la fedeltà dello spirito, una tenera carezza per la consolazione di un contatto corporeo terreno mancato, un’offerta per la carità e la fede avute in dono. Spesso il tutto si conclude con la gioiosa spensieratezza di un pranzo al sacco e via.
I numerosi gruppi parrocchiali delle tante comunità limitrofe, che arrivano e puntualmente ritornano, ringraziano sentitamente attraverso l’impegno, la serietà e la compostezza della loro missione giornaliera quasi a voler manifestare la laica adesione alla regola Benedettina “Prega e lavora”.
Infatti la Madonna orante di Picciano, con le mani alzate, sembra annunciare il disarmante invito a vivere, sentire, scoprire e realizzare la propria santità, quella che ogni cristiano, in virtù del Battesimo, riceve in dono ad opera dello Spirito Santo.
I diversi cori a più voci che si alternano esprimono l’umile privilegio di cantare a Dio nella speranza di riuscire ad avvolgere di melodica poesia la ricchezza del Suo perdono!
Avere pietà verso se stessi per ricevere pietà facendo attenzione a non confondere la devozione con la superstizione così come ci ha fatto riflettere San Giovanni Paolo Secondo; essere misericordiosi per avere misericordia e chissà se poi entreremo in Paradiso da bambini , all’età del Battesimo o della Prima Comunione, come Lei ci desidera, da puri innocenti, tutti bimbi, figli di Maria, La Piena di Grazia, L’Immacolata Concezione, La Regina della Pace!