IN RICORDO DI AMATRICE
di GS Martino Di Simo (2016)
Purtroppo mi sono abituato a dormire con le cuffie per ascoltare, finché non cadono, una stazione radio, non cito per non creare problemi di pubblicità. Era il 27 agosto, a un certo punto della notte, sono stato svegliato dalla voce del Sindaco di Amatrce, Sergio Pirozzi, che diceva: “Amatrice non c’è più”. Questa cittadina, famosa in tutto il mondo per la sua pasta, non esiste più. Le prime agenzie di stampa o di comunicazione ci informano che: “alle 3:36 di mercoledì mattina c’è stato un terremoto di magnitudo 6.0 con epicentro nei pressi dei di Amatrice e Accumoli, nella provincia di Rieti, nel Lazio”.
Spero di aver sentito male questa terrificante notizia ma i successivi collegamenti con i primi soccorritori, s’intuisce la vastità di quello che è accaduto. Distruzioni, morti, feriti, Amatrice non c’è più e con il trascorrere delle ore si aggiungono altre località meno note ma non meno belle, distrutte dal fenomeno tellurico. Mentre ascolto le drammatiche notizie che si susseguono, come un film, i ricordi quando alcuni anni fa, era il 3 Marzo 2006, partimmo da Lucca, con l’allora Vice Presidente del Centro Italia, Avv. G.P. Bertoni, per incontrare il delegato Regionale di quei giorni, Torquato Cocuccioni e Signora, per andare a costituire la sezione UNVS di Amatrice. Mi ricordo come se fosse oggi, fummo ricevuti in una bella stanza, era la sede della pro loco, questa restava sulla destra della strada principale della bella cittadina, salendo alcuni gradini. Nel mio archivio ho trovato le foto di quella serata, dove si nota l’entusiasmo dei “Soci Fondatori” nel riempire tutto l’incartamento da inviare alla segreteria generale a Milano. Riguardando le foto di quel giorno mi sto chiedendo se ancora sarà rimasta in piedi la sede e un grosso punto interrogativo per quei soci che erano presenti, un certo dolore mi attanaglia il cuore. Eravamo più giovani, il tutto risale a oltre dieci anni fa. Dopo i vari convenevoli e raccomandazioni del Vice Presidente e la firma di tutti i documenti, fummo accompagnati in un bellissimo locale per farci gustare la famosa pasta all’amatriciana. Ho ancora negli occhi le enormi padelle con questa pasta, la bianca è la ricetta vera, la rossa è quella elaborata dai napoletani, con l’aggiunta del pomodoro. Così ci spiegò il cuoco e il gentile personale di servizio. Mi ricordo che non avrei mai finito di mangiare questa prelibatezza. Tra un brindisi di un ottimo vino e l’altro si fecero le ore piccole e con Torquato ritornammo a Rieti, dove ci aveva fissato un albergo. Purtroppo la sezione non andò molto avanti fu chiusa, poi riaperta e ora di nuovo, è stata sciolta. Guardando le foto dei presenti a questa iniziativa mi sono chiesto quanti di loro sono rimasti sotto le macerie. Spero con tutto il cuore che siano tra le persone che si sono salvate. Sono cose che generalmente non ci pensiamo, ma ci colpiscono al momento che questi disastri della natura ci portano a fare le considerazioni del caso. Una preghiera per chi ha perso la vita, un pensiero a chi è rimasto ferito o ha perso delle persone care. Il mio pensiero va a chi ha perso tutto, a chi è rimasto solo, ai bambini che non hanno più i loro genitori o nonni, una vita di sacrifici distrutta in un attimo. Nei vivi resterà per sempre il tremore di quegli attimi.
Successivamente sono giunte notizie di altre località colpite dal tremendo sisma che ho avuto la fortuna di visitare, come Cascia o Norcia. Qui i danni si sono limitati a qualche abitazione e non ci sono state perdite di vite umane, come nel precedente terremoto del 1979. Ho tanti ricordi di queste località essendoci stato diverse volte per turismo. Nel girovagare sui vari siti scopro che il sisma si è sentito anche a Montelupone dove abita il precedente Vice Presidente dell’Italia del centro, Nazzareno Agostini. Mi ricordo che ci fu fatto un Consiglio Direttivo Nazionale, era un periodo freddo e che non fu facile ritrovare l’albergo, dopo aver cenato in un ottimo ristorante. Il mio cellulare è impazzito e alcuni mesi fa mi ha cancellato tutti i numeri telefonici tra cui quello di Nazzareno. Avrei voluto chiamarlo per sapere le sue condizioni fisiche, quelle dei suoi familiari e se la sua cittadina aveva subito dei danni. Per fortuna ho trovato una sua e mail nei miei archivi e gli ho scritto chiedendo informazioni. Dopo alcuni giorni mi ha assicurato che hanno sentito la scossa, a parte danni materiali ad alcune vecchie chiese, non si lamentano morti o feriti. Sarà per la vecchiaia che incombe, sarà per lo spirito dell’Unione, ma in questi momenti affiorano tanti ricordi e questi eventi rendono meno importanti tutto quello che prima sembrava insuperabile.
FOTO TRATTE DALL’ARCHIVIO DI GS MARTINO DI SIMO
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.