Il coronavirus ha portato via il mezzofondista Donato Sabia

Il coronavirus ha portato via il mezzofondista

Donato Sabia

di GS Martino Di Simo (2020) & Giovanna Grieco

Qualche giorno fa, la mia cara amica Giovanna Grieco di Matera ed ex UNVS lasciata per problemi fisici, mi scriveva che alla giovane età di 56 anni era scomparso per essere stato colpito dal coronavirus l’atleta Donato Sabia. E’ senz’altro una grossa perdita non solo per i suoi cari, ma anche per il mondo dell’atletica e della Basilicata in particolare. I vari giornali sportivi e non, lo hanno ricordato ma io ora desidero commemorare con le parole che Giovanna mi ha inviato per ricordare questo atleta. Leggendo il suo scritto si capisce che è scritto, non con la penna, ma con il cuore e non sono le solite frasi trite e ritrite e con l’elenco delle vittorie, ecco perché ho ritenuto giusto, riportalo nella sua forma integrale.

“ Con l’improvvisa scomparsa di Donato Sabia siamo in lacrime e in questo momento non sono ispirata! Mi ricordo soltanto di averlo visto qualche volta gareggiare qui a Matera, era giovanissimo, eravamo adolescenti, era longilineo, dalla falcata agile ed efficace e sembrava non facesse nessuna fatica, era un talento naturale, quando correva, era uno spettacolo vederlo, ti entusiasmava soltanto guardarlo per come correva forte! La sua corsa era sorprendente, sempre allegro, finiva di correre e pur col fiatone sorrideva sempre, era proprio bello, tipica bellezza latina e tipica ironia dei Potentini, con la voglia di vivere e di primeggiare, io questo mi ricordo! Poi l’ho visto in televisione come tutti e se vi capita di rivedere dei filmati potrete osservare che l’azione della sua corsa era quasi perfetta, da manuale, credo ci siano su di lui, quando andava a Formia o a Tirrenia perché dovrebbe averlo allenato un coach famoso, ma non ricordo chi, deve averne avuti diversi. Che Dio possa accoglierlo nella sua gloria e che possa farlo entrare in Paradiso all’età di quando correva così, potrà continuare a correre facendo sorridere e divertire tutti gli angeli, questa volta mettendo le ali ai piedi! Se vuoi, puoi prendere spunto per scrivere un articolo Donato te ne sarebbe grato comunque!”.
La famiglia era già stata duramente colpita, infatti, suo padre era scomparso una settimana prima, entrambi colpiti da questo terribile virus.
L’ex mezzofondista azzurro, attuale presidente del comitato regionale Fidal della Basilicata, fu medaglia d’oro agli Europei indoor di Goteborg nel 1984 e per quasi trent’anni detentore del record mondiale sui 500 metri e detenendo la terza prestazione italiana di tutti i tempi negli 800 metri con 1’43″88 dietro a Marcello Fiasconaro e Andrea Longo. Aveva fatto segnare, inoltre, l’undicesima prestazione italiana assoluta sui 400 metri, con 45″73. Oltre alla partecipazione alle finali olimpiche di Los Angeles e Seul e l’atleta lucano fu quinto nella finale della staffetta 4×400 ai Campionati mondiali di atletica leggera che si svolsero a Helsinki nel 1983.
Nell’agosto del 1988, Sabia fu il capo della ‘rivolta’ all’Arena di Milano, si stava giocando la possibilità della qualificazione ai Giochi Olimpici che si sarebbero svolti nella Correa del Sud.  In quegli anni erano in corso liti tra Coni e Federazioni, infatti, il Comitato non voleva mandare la 4×400 azzurra, già qualificata per Seul, avendo ottenuto il sesto tempo a livello mondiale. Donato, guidò il primo sciopero dell’atletica italiana con un documento: “I finalisti della gara dei 400 hanno deciso all’unanimità di rinunciare a correre in segno di protesta contro la decisione che ha escluso la staffetta 4×400 dalla meritata partecipazione ai Giochi olimpici. Fine del testo”, firmato Sabia, Cardone, D’ Amico, Pinna, Petrella, Montanari, Micheli e Pantone.
Siamo in guerra e questa si combatte senza armi risolutive e non guarda in faccia a nessuno.