I Veterani ritornano a scuola

LUNEDÌ 24 MAGGIO 2010

I Veterani ritornano a scuola

di  G.S. Martino Di Simo (2010)

Da sx Dott. Risuglia, VicePresidente Lombardo e Dott. Costantino

Il 24 Maggio 2010 è una data da evidenziare sul calendario dell’UNIONE NAZIONALE VETERANI DELLO SPORT. Infatti, presso l’aula studi della scuola “1° Istituto Comprensivo Vittorio Veneto” di Lentini si è svolto il primo convegno pilota del progetto “Educazione alla salute”avente come finalità avvicinare i giovani allo sport il più possibile rendendoli consapevoli che “perdere da sani” sia “meglio che vincere da malati”. Il ricorrere ai farmaci per migliorare le proprie prestazioni atletiche è una grave malattia la quale, colpisce prima la mente e poi il corpo.Questo importantissimo evento si è potuto tenere grazie al grandissimo contributo del Procuratore Speciale per la Sicilia Est, Dott. Pietro Risuglia e dalla appassionata opera della sezione UNVS “Santa Tecla” di Carlentini.

Responsabile progetto Dott. Nino Costantino

Si è preso l’onere e il piacere di illustrare il concetto di doping e di tracciare una linea netta tra l’uso di farmaci a scopo terapeutico e il loro utilizzo a fini illeciti, il Consigliere Nazionale U.N.V.S., Dott. Antonino Costantino Componente del Consiglio Direttivo della Fmsi (Federazione Medico Sportiva Italiana) della Provincia di Reggio Calabria e Doping Contral Officer (Dco) per conto del Wada e dell’Istituto Superiore di Sanità (Controllo Verifica Doping: Cvd) nonché responsabile scientifico del progetto pilota.
Il grosso problema del doping è molto sentito in seno ai Veterani, perché l’uso di queste sostanze purtroppo, non fa parte solo del mondo dei professionisti, ma sta entrando con forza anche nel mondo dei giovani atleti e nella scuola.

Alunni della Scuola

Il presidente dell’UNVS, Avv. Gian Paolo Bertoni, ha da sempre sposato il problema del doping nello sport e la sua non presenza a Lentini era dovuto al fatto di essere impegnato in un altro dibattito, alla presenza del Ministro dell’Interno Roberto Maroni, dove si analizzavano le problematiche e le ricerche per scoprire e sconfiggere questo cattivo approccio nel mondo dello sport.
A Lentini erano presenti per l’UNVS, il VicePresidente per l’Italia del Sud, Gian Andrea Lombardo, il Dottor Costantino, il Dottor Risuglia e il proboviro Martino Di Simo i quali come ideatori di questo progetto, hanno voluto iniziare dalla Sicilia, questo percorso formativo rivolto alle scuole.
Un sostanzioso contributo per il raggiungimento dello scopo prefissato dall’UNVS, è dovuto al Dirigente Scolastico Prof.ssa Salvatrice Ragaglia , alla fattiva opera il D.S.G.A. Guido Mirasolà ed i docenti Prof.ri Giardina Maria Antonia, Faraci Sebastiano, Lappostato Marco, Bartoli Bruno e Sicurella Roberto, i quali si sono occupati di far riempire ai propri alunni il questionario, all’uopo predisposto dagli esperti, il cui obiettivo era quello di definire la conoscenza e gli atteggiamenti sul “doping” nel target esaminato.

Il nostro doping

Il dialogo fra i rappresentanti della scuola Vittorio Veneto e i Veterani di Lentini è stato agevolato anche dal fatto che molti di loro avevano frequentato questa scuola; l’attuale Dirigente Scolastico era stata la loro insegnante, sono usciti alcuni anni fa come alunni, ora sono rientrati come “insegnanti”. Ampia è stata la disponibilità della Professoressa Ragaglia, come è stato appassionato il suo discorso di introduzione e di presentazione ed è da sottolineare la capacità di attirare l’attenzione di quasi un centinaio di alunni. La rappresentanza UNVS era capitanata dal VicePresidente Gian Andrea Lombardo, dal Consigliere Nazionale Antonino Costantino, dal proboviro Martino Di Simo, dal Procuaratore Sicilia est Pietro Risuglia, dal VicePresidente della Sezione UNVS di Carlentini Filippo Muscio, con altri soci della Sezione, dal Presidente della Sezione UNVS di Lentini Antonio Campisi accompagnato dal Presidente onorario Franco e il Presidente dell’Associazione Allenatori per la Provincia di Siracusa Tocco Filadelfo anche lui socio UNVS. Erano presenti anche due maratoneti dell’Associazione Sportiva ABM di Lentini, con il plurimedagliato Caracciolo Natale, i quali hanno voluto portare la loro testimonianza dal vivo dichiarando che il loro doping è l’intensa volontà nell’allenarsi ogni giorno con qualsiasi tempo e bere molta acqua. Pure Tocco ha sottolineato l’importanza di non farsi coinvolgere in cose stupide come l’assunzione di sostanze. Questi atteggiamenti non creano atleti ma dei malati. Ha preso la parola il Dott. Costantino ed ha iniziato ad illustrare, anche tramite immagini cosa si intende per doping e le conseguenze per l’assunzione di sostanze. Fin dall’antichità l’uomo ha cercato di modificare la propria natura nell’intento di superare l’avversario o la paura. Il dop era un estratto liquoroso che veniva bevuto durante le cerimonie religiose. Il dop un miscuglio di sostanze energetiche che quattro secoli fa i marinai olandesi bevevano per affrontare le fatiche prima di una tempesta degli oceani. Il doping è un additivo che modifica il rendimento di una persona, mentre è una miscela di oppio, tabacco e narcotici che veniva somministrata ai cavalli da corsa nell’ottocento. Con Cope si identifica una bevanda primitiva che era uno stimolante per i danzatori e danzatrici di danze sudamericane.Nella sua relazione ha insistito nel far apprendere agli alunni la differenza che c’è tra una medicina prescritta da un medico e presa nella quantità e nei modi consoni questa aiuta a guarire da una malattia e la stessa presa in modo anomalo, la quale scatena effetti disastrosi nel nostro corpo. Così dicasi per certi integratori i quali possono dare un beneficio come possono arrecare dei danni e comunque vanno assunti con il consiglio del medico di famiglia.

Dott. Costantino risponde agli alunni e alla Prof. Ragaglia

E’ emerso con evidenza che per migliorare le prestazioni fisiche occorre una corretta alimentazione, uno stato mentale sano, un continuo allenamento, il tutto sotto il costante controllo di un medico e non di certi “maneggioni”. L’atleta deve avere il desiderio di primeggiare e questo obiettivo lo deve raggiungere con l’autodeterminazione, con la propria volontà e non con certi mezzi i quali non giustificano il fine. L’assunzione di queste droghe o di altri artifizi si stanno riscontrando soprattutto in questi ultimi tempi dove enormi interessi sono entrati in tutti gli sport. I meno giovani ricorderanno gli strepitosi successi ottenuti dalle giovanissime nuotatrici della DDR. In alcuni servizi televisivi trasmessi non molto tempo fa, si è scoperto che nonostante la giovane età venivano messe in cinta e farle abortire per produrre più. Le poche atlete che sono rimaste in vita sono ridotte quasi allo stato di larve. Come ci deve far riflettere certe morti di calciatori avvenute negli ultimi anni o di loro malattie invalidanti. Tra le tante domande che hanno rivolto gli alunni al Dott. Costantino, credo che la sintesi del progetto è stata nella risposta. Il giovane ragazzo ha chiesto come si sente un atleta dopo che è stato trovato positivo. Il dott. Costantino ha voluto scindere la responsabilità di chi fa questa operazione. L’atleta adulto è consapevole dei rischi che corre assumendo sostanze che andranno a modificare il suo stato e il suo rendimento. E’ consapevole dei pericoli che si sta assumendo, dell’attentato alla sua salute, al suo fisico. Soprattutto al momento che sarà trovato positivo sarà guardato, dai suo colleghi, come uno che ruba, si è comportato in maniera disonesta, ha carpito la fiducia degli altri. Se questo è deprecabile, è condannabile al massimo come possiamo definire colui che propina al minorenne, al ragazzo inconsapevole dei rischi a cui andrà incontro, delle sostanze o dei mezzi che lo danneggeranno per il proseguo della sua vita, facendogli balenare davanti illusioni, soldi e successo? Sono questi “maneggioni”, sono questi “allenatori” che rovinano tutto lo sport perché non vedono che il loro interesse, il loro successo calpestando la propria e l’altrui dignità. Concludendo il suo intervento il Dott. Costantino, ha paragonato queste persone ai “pedofili” parola ora molto ricorrente ma identifica il danno che può causare nelle giovani leve dello sport e allo sport stesso questi irresponsabili atteggiamenti.
Questo primo incontro ha ottenuto dei lusinghieri successi e sarà ripetuto alla riapertura delle scuole  in un’altra località della Sicilia confortati anche dalla capacità del Dott. Costantino di tenere sempre attiva l’attenzione di questi alunni i quali si sono distinti anche nel riempire il questionario di domande appositamente preparate per capire la conoscenza del doping nello sport e le sue conseguenze.