Giovanni Bagaglia
l’uomo di altri tempi
di GS Martino Di Simo (2017)
Mi è difficile scrivere qualche cosa in ricordo di Giovanni Bagaglia, un uomo che ha dato molto per l’Unione Nazionale Veterani dello Sport e credo abbia ricevuto molto meno di quello che lui ha fatto. La notizia, purtroppo non aspettata, mi è giunta tramite l’ormai fredde e mail in data 11 settembre 2017.
Un uomo che è ha sempre vissuto nel mondo dello sport, prima in Coni e poi con i Veterani.
Ho avuto la fortuna di conoscerlo all’inizio degli anni ’90 quando era Vice Presidente del Centro Italia e alla presidenza dell’Unione, c’era il plurimedagliato e presidentissimo Edoardo Mangiarotti.
Giovanni era la memoria storica dello sport italiano e delle varie crisi subite dai Veterani, credo, quando muore una persona con una memoria storica, muore una biblioteca.
Forse abbiamo una grossa colpa di non aver raccolto quello che lui ci poteva dire o insegnare per non commettere gli stessi errori. Se un uomo non guarda indietro e non va a conoscere la storia è un uomo senza futuro.
Quelle poche volte che ho avuto occasione di stargli vicino, si portava sempre dietro i suoi appunti diligentemente scritti a mano, come i riepiloghi delle riunioni. Mi ricordo di una volta, vedendolo scrivere velocemente gli appunti, Gli dissi che mi affidavo ai primi computer di quei giorni. Essendo lui un po’ più basso di me alzando lo sguardo mi disse: “lapis corto memoria lunga”. Molte volte riscopro la saggezza di questa frase, al momento non avevo dato alcuna importanza.
Quando Mangiarotti gli chiese di cedere la sua VicePresidenza del centro a favore di G.P. Bertoni, a malincuore la cedette e accetto per il bene dell’UNVS e la grande stima verso Edoardo, di continuare la sua preziosa opera nel Sud. Al momento della mia decisione di trasferirmi in Sicilia me lo ritrovai come mio VicePresidente e gettammo le prime basi per il lavoro da svolgere nel sud.
Siamo rimasti in contatto fino quasi agli ultimi momenti della Sua vita, quando capii nell’ultima telefonata, la difficoltà nel riconoscermi.
Giovanni aveva nel cuore l’UNVS e nelle nostre lunghe telefonate era sempre amareggiato per la decisione presa nel non poter più ricoprire cariche dopo gli ottanta anni.
“Sono sempre in forza e potrei dare ancora tanto all’UNVS ma non mi vogliono più per l’età, ma sono ancora lucido, mi muovo sempre a piedi per Roma, devi far togliere questa idiozia”. In Lui era ancora viva la verve battagliera, di uomo determinato, sicuro delle Sue capacità.
Sento ancora nelle orecchie le sue risate quando ci ricordavamo degli episodi vissuti, purtroppo Giovanni la mente dell’uomo non ha la “matita corta” e si scorda facilmente delle persone, la cultura del ricordo ormai è merce sempre più rara, siamo stati trasformati in numeri e come i vecchi vestiti, una volta usati si gettano.
Ciao Giovanni, lo sai, ho tanti ricordi tuoi ……..
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