SABATO 26 MAGGIO 2012
Da il “Corriere della sera” 26 Maggio 2012
Morto Edoardo Mangiarotti, il «re di spade»
È stato lo sportivo italiano che nella storia ha vinto più medaglie olimpiche: 13, di cui sei d’oro
Aveva 93 anni. Si è spento nella sua casa nel centro di Milano

MILANO – Con le sue tredici medaglie – tra cui sei ori, cinque argenti e due bronzi – è stato l’italiano che più volte ha avuto accesso al podio nella storia olimpica tricolore. Edoardo Mangiarotti, classe 1919, si è spento oggi nella sua casa nel centro di Milano, in via Solferino, dove dal pomeriggio sarà aperta la camera ardente. I funerali invece dovrebbero svolgersi lunedì.
FIGLIO D’ARTE – Mangiarotti si è conquistato un posto di primo piano nell’albo d’oro della scherma e dello sport italiano in genere. Ha partecipato a cinque diverse Olimpiadi tra gli anni Trenta e gli anni Sessanta e ha regalato all’Italia grandi soddisfazioni e più di un motivo di orgoglio. Dopo una carriera
travolgente in pedana, è stato per anni un importante dirigente sportivo e ha presieduto anche la Federazione italiana di scherma. Nato a Renate, in Brianza (lo stesso paese che ha dato i natali al card. Dionigi Tettamanzi), era «figlio d’arte»: anche suo padre Giuseppe era stato schermidore di alto livello, aveva rappresentato l’Italia all’Olimpiade di Londra del 1908 e fondò la prestigiosa Scuola Mangiarotti di Milano, tuttora una delle più note d’Italia. L’aria sportiva respirata fin dall’infanzia e la contiguità con un mondo fatto di spade, sciabole e fioretti ha indicato la strada al giovane Edoardo che da Berlino 1936 inavanti è stato sempre una certezza delle nazionali azzurre. Nominato Cavaliere di gran croce per meriti sportivi dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro nel 1998, è stato anche autorevole collaboratore della Gazzetta dello Sport.
«ERA IL PIU’ GRANDE» – «Edoardo Mangiarotti ha rappresentato tutto, è la medaglia d’oro in paradiso. Era l’atleta più rappresentativo del nostro sport, non solo della scherma» ha commentato il presidente del Coni, Gianni Petrucci. «Mi ricordo che stava sempre in prima fila per vedere la sua scherma – ha aggiunto Petrucci ai microfoni di Sky Sport 24 -. Seguiva con maggiore interesse i nostri atleti, ma anche tutto il movimento. Se n’è andato, ma in paradiso arriva ora l’atleta più rappresentativo».
E ancora: «È stato un apripista, uno inimitabile, un esempio per la storia dello sport italiano. Era conosciuto in tutto il mondo. Una figura mitica: è venuto Rogge in Italia (il presidente del Comitato olimpico internazionale, ndr) e con lui lo ricordavamo. Se n’è andato il più grande».
«CON ME A LONDRA» – Mangiarotti è stato più volte portabandiera della Nazionale alle Olimpiadi. Compito che quest’anno spetterà ad un’altra esponente di primo piano della scherma italiana, Valentina Vezzali. Che lo ricorda così: «È stato sempre presente ad ogni Olimpiade e ricordo sempre la passione con cui ci seguiva dalla tribuna ed i suoi abbracci finali. A Londra ci mancherà, ma sarà con noi nel ricordo. Sono sicuro che sarà con me anche nel giro di campo con la bandiera in mano». E il presidente di Federscherma, Giorgio Scarso: «La scherma italiana, da oggi, è orfana. Tutti noi perdiamo un grande atleta, uno straordinario uomo di sport, ma anche un eccezionale punto di riferimento».
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.