Da “Il Veterano dello Sport”
ANTONINO COSTANTINO, Vice Presidente
Il cuore dell’Unione Veterani dello Sport pulsa forte al Sud
Ognuno deve continuare a dare secondo le proprie competenze e inclinazioni. La crescita dei nostri progetti e delle nostre aspettative dipende da questo concetto fondamentale.
La militanza nelle fila Unvs del dott. Nino Costantino, Vicepresidente del Consiglio Nazionale e nella vita apprezzato medico, testimonia un attaccamento “alla causa” encomiabile: “Mi sento da sempre socio della nostra Unione. Fu nel lontano 1991 che mi avvicinai ai Veterani, proprio quando ebbi occasione di conoscere mia moglie Francesca (oggi presidente della sezione di Reggio Calabria) che, pur non essendo stata una sportiva praticante (per altro impegnata già giovanissima nel mondo della scuola perché titolare di cattedra) era iscritta in quanto figlia di Mimmo Zacconi (scomparso nel 1997) per tanti anni attivo ed entusiasta dirigente dell’Unvs. Mio suocero fu a lungo Delegato Regionale per la Calabria prima di entrare nel Consiglio Nazionale, portando l’esperienza dei vertici della Federazione canoa-kajak di cui era componente. Uomo di larghe vedute, conosceva bene l’ambito scolastico in quanto era preside e fu artefice del mio coinvolgimento.”
Quali stimoli ricevesti?
“Mi accorsi di essere entrato in un contesto molto positivo, nel quale le relazioni amicali, la possibilità di condividere valori e progetti diventava terreno comune dove coltivare relazioni molto qualificate, che mi arricchirono di un bagaglio umano che si è via via riempito di begli incontri, fraterne amicizie.
Che sono diventate una dinamica importante della mia vita. Mi appassionai all’ambiente e presi a diventarne coinvolto attore.”
Cosa ti colpì dell’Unvs di quei tempi?
“Uno stile, per usare un termine chiaro a tutti, molto “naif”, dove contano le persone, le loro idee, la loro genuinità e il loro entusiasmo, la spontaneità più che il ruolo o la prospettiva che ognuno vuole darsi nel farne parte. Il termine “senza fine di lucro” ben calza in tutti i sensi alla nostra Unvs perché il fare di tutti è davvero disinteressato.
Anzi, se al “lucro”, inteso come ricerca di indispensabile sostentamento ad una attività sempre condizionata dalle scarse risorse, si badasse ai giorni d’oggi un po’ di più, forse avremmo gambe più solide per dare impulso alla nostra attività… Lo spirito della nostra Unione è ben rappresentato dai Soci e presidenti dalle Alpi alla Sicilia ed è forse questo l’autentico valore che spinge, ognuno di noi, ad impegnarsi. Attraverso la soddisfazione dei propri bisogni interiori, che non, sono quelli legati allo status ma all’amor proprio, ognuno s sente appagato”.
Nell’Unvs esistono realtà molto diverse, scorrendo lo stivale.
“La storia delle sezioni del Sud a me più vicine ricalca l’immagine di una Italia eternamente a due velocità. Come in altri settori, le sezioni del Nord viaggiano a passo spedito rispetto a quelle del Meridione. Fortunatamente, anche dalle mie parti ci sono molti presidenti e consigli direttivi che fanno molto e molto raccolgono. L’identità delle sezioni al Sud poggia sul fitto intreccio tra attività sportiva e quella sociale. Cito fra tante la sezione di Cosenza. Magari a guardare i numeri dei soci di molte città del Sud pare che l’attività sia dormiente, in realtà i numeri non premiano il grande impegno di molti soci schierati in prima fila su più fronti”.
Al Sud più che altrove è forte il legame tra iscritti e praticanti sportivi partecipanti ai nostri campionati nazionali…
“La possibilità di prendere parte ai vari campionati nazionali rappresenta da sempre al Sud il volano per molte iscrizioni. Per contro, come nel caso di Lamezia, che poteva contare un tempo su un forte nucleo di giocatori di calcio, quando questa molla si allenta, si allenta anche il legame con l’Unione. Fortunatamente il ricambio è veloce. Così oggi possiamo contare su altre belle realtà di Veterani praticanti. Cito Carlentini per il volley.
Proprio dalla Sicilia è partito, ai tempi del Consiglio Nazionale retto da Bertoni, un progetto di rilancio che culminò con lo svolgimento dell’Assemblea nazionale proprio in Sicilia, terra “strategica” per il proselitismo al Sud. Ho avuto la fortuna di trovare negli anni scorsi (e ancor oggi) ragazzi eccezionali. Citare solo Pietro Risulglia, Filippo Muscio, Martino Di Simo non rende merito all’impegno di tanti altri.
Di Simo ha un posto particolare nella mia mente: è il mio “scudiero”, la “memoria storica” dell’Unvs al Sud. Irrinunciabile punto di riferimento che anche se oggi ha deciso di svernare al sole dei tropici, ci è sempre vicino. Il mio primo quadriennio è stato formidabile, riuscendo a smussare tanti angoli e a dare un forte rilancio all’Unvs, aprendo tante porte che erano chiuse, inaugurando molte nuove sezioni e riaprendone altre che rischiavano l’estinzione. Così è avvenuto in Calabria o a Napoli, grazie al forte impegno di Gianandrea Lombardo, all’epoca vicepresidente nazionale. Una squadra formidabile!”
C’è una formula per il rilancio dell’Unione?
“Ognuno deve continuare a dare secondo le proprie competenze e inclinazioni. La crescita dei nostri progetti e delle nostre aspettative dipende da questo concetto fondamentale che rispecchia lo spirito di volontariato che ci anima tutti”.
Unvs: pregi e difetti. Proviamo ad elencarli…
“Uno spirito di forte amicizia ci lega l’un l’altro come in una grande famiglia. Se difetti ce ne sono, forse rilevo un pizzico di auto referenzialità che non favorisce una comunicazione aperta all’esterno, sul chi siamo e cosa facciamo. La soddisfazione più grande per ognuno di noi arriva quando riusciamo a portare in sezione un socio nuovo!”.
Un tuo personale bilancio dopo un anno di vicepresidenza?
“Ottimo, precisando che il mio impegno non è cambiato, ieri dirigente di sezione, oggi nel Consiglio Nazionale”.
Un flash sul rapporto con il CONI
“Le dinamiche in seno al CONI sono regolate inevitabilmente dai rapporti di forza, dal numero dei soci che un’associazione vanta o di tesserati di una Federazione. Se non hai i grandi numeri da offrire al CONI, occorre chiedersi cos’altro si può mettere sul piatto della bilancia per venir presi in maggior considerazione, per essere utili.
Bello sarebbe non andare a proporci ma essere cercati per il nostro peso specifico che è altissimo, visto la qualità e quantità delle cose che facciamo. Dobbiamo meglio identificare queste dinamiche. La strada appena iniziata, che segue la progettualità su qualche tema, mi sembra ottima”.
Quale è il tuo pensiero sul mondo della scuola, l’accredito Unvs presso il MIUR?
“È un’intesa che deve trovare basi solide nel rapporto diretto con gli studenti, le scuole e gli insegnanti, attraverso testimonianze dirette e temi approfonditi e che non può essere surrogato da estemporanei incontri di formazione con professori che riscuotono alla nostra… cassa dei voucher come fossimo un’agenzia di viaggi. In questo senso dobbiamo tracciare nuove vie.
I protocolli di intesa sottoscritti dall’Unvs in più direzioni, compreso quello con la Federanziani che ho propiziato, meritano attenzione e ulteriori sviluppi alla pari di quello con il MIUR. Nelle scuole comunque abbiamo spesso fatto centro, toccando temi importanti in modo diretto con gli studenti parlando di lotta al doping, l’etica e la lealtà sportiva”.