Al mio fraterno Amico
di GS Martino Di Simo (2019)

Domani lo faro, oggi lo faccio, ora devo eseguire un altro lavoro, mille scuse, la verità, quella vera, è che non riesco a metabolizzare la Sua mancanza. Forse non mi ha telefonato, non ci siamo scritti, non ci siamo sentiti, perché è troppa la distanza che ci divide, forse il fuso orario che ci impedisce di trovare il momento giusto di una telefonata, forse non c’è il collegamento forse internet, forse….. forse……
Continuo a illudermi, continuo a sperare, continuo a non voler credere, a quello che è la granitica realtà della vita.
Dopo poco il mio arrivo in Sicilia, grazie all’altro grande amico Giovanni Bagaglia, conobbi tra gli altri questo Grande Signore. Sbocciò quasi subito l’empatia tra di noi e si consolidò con una delle più belle manifestazioni: l’assemblea di Taormina. Fu un lavoro di squadra portandola a essere una delle più partecipate, oltre 500 presenze. La squadra organizzò altre manifestazioni per conto dell’UNVS come “Un calcio allo stigma” con i disabili, i Suoi interventi nelle varie scuole siciliani con il Suo progetto denominato “Educazione alla salute”, nella convinzione che “perdere da sani” sia “meglio che vincere da malati”, “perché il ricorso ai farmaci per alterare le prestazioni del proprio corpo, è una vera e propria malattia, soprattutto mentale, prima che fisica”, come non poteva mancare all’Atleta dell’Anno di Augusta, ecc ecc, non Gli pesava attraversare lo stretto, anche se gli costava diversi sacrifici o astenersi dal Suo lavoro.
Per vari motivi la squadra ebbe dei ripensamenti in negativo, immutato fu il nostro rapporto, anzi si fortificò con nuovi progetti ed espansione verso altre regioni. Assieme all’altro amico Mimmo Postorino abbiamo percorso diversi chilometri in nome degli ideali dell’Unione e ero rimasto colpito della Sua disponibilità, fosse di sabato, di domenica, di giorno o di notte per i suoi pazienti che curava amorevolmente, nonostante avessero la possibilità della guardia medica. Un esempio, un Signore, grande era la loro fiducia in Lui.

Il lunedì è il peggiore giorno per i medici, sembra che durante il weekend tutti abbiano avuto dei problemi fisici. “Che giornataccia” sento ancora la Sua voce rimbombare nelle orecchie e avevamo stabilito che ci saremmo sentiti tutti i martedì sera dopo cena verso le 22, 22 e 30 era la Sua giornata più libera. Le nostre telefonate superavano di solito l’ora e ci confrontavamo sui vari problemi concernenti l’UNVS del Sud. Molte volte non mancavamo di sentirci di sabato se Lui era libero dai suoi impegni di Medico Sportivo. Sinceramente, sempre nel reciproco rispetto, molte volte ci siamo scontrati anche duramente, i nostri pensieri, le nostre posizioni erano distanti, ma anche dopo molto tempo riconoscevamo i nostri errori di valutazione. Avevamo, fiducia ognuno dell’altro, credo ci completassimo, Lui contava sulla mia lunga esperienza maturata nei diversi anni di militanza nell’Unione ed io contavo su di Lui per mitigare la mia naturale esuberanza e la voglia di fare.
Mia moglie, Carmen, ci considerava come due fidanzati, per me era come un fratello e ci si confidava anche di cose molto personali, ben sapendo della nostra riservatezza.
Molte volte le nostre azioni sono guidate dall’inconscio e tra le cose che abbiamo spedito nella Republica Dominicana nel mese di Luglio (importante il mese) un porta ritratto con una foto che ci ritrae insieme nell’assemblea di Cianciano Terme, me ne feci stampare due copie e una la regalai a Lui. Come in Italia e ora qui, questa foto è al mio fianco, dove ho il mio PC e ogni volta che la vedo, mi commuovo.
A metà giugno u.s. ci siamo un po’ persi di vista, non mi sono preoccupato se non ci sentivamo o non rispondeva alle mie e mail. Onestamente avevo grossi problemi per il mio rientro nella RD, nella preparazione e spedizione dei pacchi e tank con le nostre cose che ci potevano servire nel paese caraibico. In un certo momento, pensai, che non mi rispondesse perché era rimasto molto male di una mia azione. Ripassavo mentalmente le ultime cose, le ultime conversazioni, Lo conoscevo bene, mi avrebbe chiamato subito, non trovavo alcuna altra giustificazione.
Una mattina e precisamente il 05 Luglio u.s. ore locali 03.36, inviai un messaggio al comune amico Postorino e chiesi notizie di Lui. Non era lo stesso Mimmo con il suo fare scherzoso ed entusiasta, parlava in maniera triste e mia accennò al malore che Lo aveva colpito durante la guida della Sua auto. Pensai e ci auguravamo che fosse una prima “avvisaglia” di un malore, Mimmo mi freddò con “speriamo ma le analisi non sono buone”. Non ci volevo credere e speravo che il “percorso” di cui Lui mi parlava nei Suoi rari WhatsApp, facesse il suo effetto, mi trovavo in imbarazzo se comunicarGli quello che stava accadendo nell’Unione e non farlo mi sembrava un atto scorretto. Nel dubbio se Gli facesse piacere o meno, l’ho sempre informato di tutto, come era mia abitudine. Così è stato anche quando arrivato nella Republica sono stato ricoverato in una clinica con grossi problemi respiratori. Una volta tornato a casa ho fatto le foto ai vari documenti e alle prescrizioni mediche, dopo pochi giorni mi ha inviato la Sua analisi confortandomi di quanto avevano diagnosticato i medici locali. Si è dimostrato anche in questa occasione, da vero Signore come sempre, immagino che Lui non stesse bene, ma ha trovato il tempo da dedicarmi.
Sempre tramite WhatsApp stavo in contatto con Postorino, le mie speranze erano tradite da notizie non troppo confortanti e il Suo peggioramento era, purtroppo evidente, non ci volevo credere, ogni volta che il mio cellulare mi avvisava che era arrivato una nuova comunicazione, era un colpo al cuore.

Il 3 dicembre alle ore 02.42, ore locali, il cicalino mi ha svegliato e quello che non avrei mai voluto leggere ho appreso che “Nino non ce l’ha fatta”. Il più brutto risveglio della mia vita!
La triste notizia si è sparsa sui social, molti veterani si sono uniti al dolore della famiglia, in questi messaggi si notava chi veramente aveva scritto le parole con il cuore e si differenziava da quelle da tastiera.
Desidero lanciare un appello tramite queste righe a tutta la dirigenza dell’unione, a tutti i veterani per istituire un premio in ricordo di questo grande Signore, da assegnare ogni due anni, alla persona che ha fatto una vera lotta al doping nello sport, una delle Sue attività in cui ha sempre creduto, profuso forze e lottato. Questo premio potrebbe essere consegnato in occasione del premio Mangiarotti.
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