“Nessun luogo è lontano”

 

“Nessun luogo è lontano”

Di GS Martino Di Simo (2020)

Come tutti i giorni, passo alcune ore a leggere le ultime notizie sulle pagine dei giornali della Toscana, di Lucca, mia città natale, poi quelle che riguardano la Sicilia, terra che mi ha ospitato negli ultimi undici anni, per ultimo ma non per importanza ma per scala di internet quelle delle forze dell’ordine italiane e degli italiani nel mondo. Purtroppo il tema principale è sempre lo stesso: il coronavirus, dove si snocciolano i dati dei contagiati, dei pochi sopravvissuti e dei tanti deceduti.
Improvvisamente la sirena dei “Bomberos” Vigili del Fuoco locale, scuote l’aria del paese in cui ho preso la residenza, guardo l’orologio in fondo al mio PC e sono le 17 in punto. Scatta il coprifuoco fino alle ore 06 del mattino successivo. Da questo momento, per ordine del Presidente della Republica Dominicana, è proibito circolare e uscire da casa. L’ululato prolungato di questa sirena mi porta alla memoria quando la udivo da casa mia a Lucca, era il segnale di entrata o di uscita degli operai della Cucirini Cantoni Coats, la famosa azienda italo inglese di filati, era anche una stazione barometrica. Infatti, se il segnale si udiva cupo, significava che pioveva, mentre se era squillante, era una giornata di sole. Ritornando ai giorni attuali la vita cambia da essere residenti in città, nelle località di mare o in campagna.  Nella capitale, come in tutte questo tipo di città, la vita è più viva con i suoi locali, ristoranti, bar, pub ecc, mentre si affievolisce nelle campagne, dove la differenza sociale è più palpabile.
La Republica Dominicana è una nazione dalle mille sfaccettature, si va da una Polizia National intransigente e autoritaria all’anarchia, all’auto regolamentazione di ogni cittadina. Ecco che nella capitale, Santo Domingo, zone limitrofe, tutte turistiche, gli abitanti sono abituati a un certo stile di vita, di lavoro e notturna, c’è la mano più pesante delle autorità con arresti e pene particolari, come per alcuni giorni a pulire le strade. Scrivo anarchia perché alcuni paesi, generalmente nell’entroterra, per evitare intrusioni di persone non del territorio, abbattono alberi ai cigli delle strade e con i copertoni di camion e auto bruciano tutto, ed è impossibile passare. Altri chiudono proprio con cancelli e muri!!! Può essere la Polizia locale che non permette il passaggio di auto e persone se non sono delle loro comunità.
Essendo tutte le attività commerciali e industriali chiuse, eccetto negozi alimentari, farmacia banche, il traffico è diminuito in maniera indiscussa, in pratica è un’autoregolamentazione forzosa.
Una disposizione, non credo sia stata emessa da altre nazioni, riguardano le persone sopra di 60 anni, le quali non possono uscire dalla casa. Questa, credo, sia la meno rispettata.
Mentre in molti paesi le più colpite con la loro dipartita sono le persone anziane e di basso o medio livello sociale, nella Republica Dominicana sono persone di ceto alto e media età. L’inizio del contagio, quello addebitato a un italiano, era stato contenuto perché le persone colpite dal virus erano ricoverate nell’ospedale militare dove è impossibile entrare e uscire. Sembra che il secondo caso, un turista tedesco, abbia infettato diverse persone e di li è partito un focolaio immediatamente, il Presidente, ha emesso le varie ordinanze restrittive.
Siamo all’inizio del mese di Aprile ed è aumentato il traffico, come lo definisco io quello locale, perché stanno arrivando le rimesse dall’estero e i negozi che possono stare aperti sono affollati di persone, dove i dominicani possono incassarle, e acquistano alimenti, verdure ecc, tutto quello che non era possibile fare alla fine del mese, per mancanza di peso.
La strada che passa davanti alla nostra casa è di collegamento tra il mare e la città industriale di Santiago de Cabaleros e di passaggio per i bus turistici per i croceristi di Puerto Plata e negli anni passati, in certe ore delle giornate di fine settimana, era quasi impossibile attraversarla. In questo momento non passa più nessuno se non i locali. Essendo chiusi i vari alberghi, ristoranti tipici sulla spiaggia, gli “imbarcaderos” che portano i turisti nella minuscola “Cayo Arenas” (isoletta di sabbia, massimo può contenere 100 persone) dove è possibile ammirare migliaia di piccoli pesci multi colore che vengono a mangiare in mano, tutto si è fermato. I “traghettatori” offrono ai propri clienti una quantità infinita di bicchieri di plastica contenente frutta esotica. Il viaggio di ritorno dall’isoletta alla terra ferma ’è caratteristico il passaggio tra le mangrovie, tutte queste centinaia di turisti erano una fonte di guadagno per questi giovani dominicani.  Nelle immediate vicinanze, lungo una spiaggia di sabbia bianca, ci sono, uno presso all’altro, una decina di ristoranti che offrono a pochi pesos (per noi turisti con cambio favorevole) pesce fresco e soprattutto aragoste. La località si chiama “La Ensenada” ed è vicina a “Punta Rucia”, e qui c’è un bel localino sul mare gestito da un pisano, essendo un vecchio ristoratore italiano trasferito nella RD, possiamo mangiare con prodotti italiani e delle pizze tipo napoletane, sembra di essere in Italia. Altro luogo caratteristico nelle vicinanze dove abitiamo è il parco di “El Castillo La Isabela Histórica”, dove sbarcò al suo primo viaggio, Cristoforo Colombo, costituendo la prima colonia spagnola sul territorio caraibico. Anche qui ho trovato un italiano, un lucchese e precisamente di Camaiore, ha un piccolo negozio con tavoli sul mare e all’ombra degli alberi dell’uva caraibica. E’ una vera gioia stare con i piedi nel mare, sotto l’ombra degli alberi, un “moito” e una piccola pizza!!! Posto frequentato principalmente da tedeschi con l’immancabile birra fresca e americani con i gelati.
Mancano i turisti, mancano i pesos, tutto si è fermato e, come in tutto il mondo, c’è un problema di salute e qui dove la situazione economica non è delle più floride, si farà sentire in maniera più pesante.
Prima quando andavamo verso le città di Puerto Plata o Santiago lungo la “carretera” incontravamo i camions della “CocaCola” e della birra locale “Presidente”, si beve “ben fria” (ghiacciata) o di altri tipi di bibite nazionali e internazionali (Parmalat, Santal, Nestlé) anche se potrebbero circolare negli orari stabiliti, ne transitano pochi. In concreto la nazione si è quasi chiusa da sola senza leggi speciali. Alcuni giorni fa siamo andati verso una cittadina e la strada divide in due parti il territorio, entrambe sono coltivate a riso, alimento principale assieme al pollo, della popolazione dominicana. La disinfestazione è fatta con un piccolo aereo che sorvola queste risaie sempre piene di operai haitiani, gli unici che ancora sono disposti a fare i lavori pesanti che i locali non vogliono più fare. “La paura fa novanta” e in pochi giorni sono rientrati nella propria terra appena si è sparsa la voce di questo virus. Da noi al confine dei due stati ci sono poche centinaia di km. Potrebbe essere materiale per un altro articolo sulla tolleranza dei due popoli, ancora non del tutto sopita, dopo la guerra d’indipendenza, vinta dai dominicani.
Il paziente zero, sembra che sia stato un italiano proveniente dal nord Italia, altri dicono un tedesco, questo episodio è avvenuto nel sud della Capitale. Nelle prime settimane noi italiani ci vedevano come untori, quasi ci odiavano. Nel sud dell’isola relativamente vicino alla Capitale, sono presenti i migliori locali bar, ristoranti, pub, prostituzione femminile e maschile, frequentati da turisti italiani, tedeschi, americani, cinesi, dove puoi passare giornate sulle spiagge all’ombra delle grosse palme con, sul tavolo, un buon “moito”, farti un bel bagno nelle azzurre acque caraibiche e nottate a “Toda la vida” con pochi pesos. Al primo accenno del coronavirus il Presidente ha chiuso aeroporti e porti, non sono arrivati più turisti con aerei e navi da crociera, l’economia del paese che si basa sul turismo si è fermata con chiusure di alberghi e ogni altra attività legata alla presenza di turisti. Si pensi che solo dall’Italia, arrivassero circa 10.000 persone a settimana. Anche per lo stato non va meglio ha un forte bisogno di valuta estera per pagare con moneta pregiata le sue importazioni; ogni ingresso nella Republica Dominicana si paga un ticket che non lo vediamo essendo inserito nel biglietto aereo e altri peso, si pagano per l’uscita, in base ai giorni di permanenza sul territorio.
Di alcune cose sono rimasto sorpreso.
E’ noto che gli abitanti dei paesi caraibici, la musica l’hanno nel sangue, ho visto bambini o bambine che appena riescono a stare in piedi, quando sentono la melodia, si mettono a ballare in modo naturale. In ogni locale anche piccolo hanno la “vocina” (altoparlante) per diffondere la musica, in molte auto hanno delle “vocine” da discoteca che ti assordano al loro passaggio. Appena parlato il Presidente tutto, si è fermato, come fosse un paese in lutto. Se prima mi lamentavo della musica a tutte le ore del giorno e della notte, ora il silenzio mi mette una certa apprensione, si legge sul viso dei dominicani, non più l’allegria di prima ma tristezza, preoccupazione, rassegnazione, paura.
Prima di questo brutto evento abbiamo iniziato a costruire uno spazio per la mia officina e il mio ufficio, non chiedere al “maestro” muratore di costruire un muro perfettamente diritto, cosa impossibile, ma il loro pesante lavoro, era accompagnato dalla loro musica diffusa dal cellulare.  Sinceramente questo tipo di musica non è di mio gradimento essendo, le mie orecchie, abituate da mio padre ad ascoltare musica classica, pezzi d’opera, o composizioni anni 60/70/80, ogni popolo hanno le sue usanze, leggi, musica e stili di vita.
Altra cosa che il popolo ha recepito immediatamente, quasi al 90 per cento, è stata l’uso delle mascherine e dei guanti. Qui la fantasia si è sbizzarrita, non essendo in vendita, vedi ogni tipo di protezione dai comuni fazzoletti, ai foulard, a pezzi di stoffa più o meno colorata. L’inventiva si è subito scatenata, infatti, prima ai semafori trovavi i vari venditori di bottigliette di acqua, alle spazzole tergicristalli per auto, ai venditori di “pigne” (Ananas) e tante altre mercanzie anche alimentari, ora si sono aggiunti i venditori di mascherine in stoffa ma realizzate molto bene. Non so la loro efficacia ma per il momento questo abbiamo e questo adoperiamo.
Immediatamente tutti gli uffici pubblici o privati dove c’è sempre un certo numero di persone come Banche, “Caribe Express” “Western Union”, la loro polizia privata fa entrare le persone a due massimo tre alla volta, munite di mascherina e guanti. Le rimesse dei migranti provenienti maggiormente dagli Stati Uniti o Spagna sono altra fonte di sostentamento, con l’attuale poco felice situazione di salute e di lavoro in queste nazioni, se venissero anche a mancare queste la cosa si aggraverebbe notevolmente.
I negozi di alimentari hanno bloccato l’accesso al loro interno, con le cassette della birra e con le solite precauzioni e distanze tra persone, ti consegnano quanto hai bisogno. La martellante “pubblicità” su tutte le televisioni, del corretto comportamento dei cittadini, questi nella maggior parte, li sta attuando, non si incontrano più assembramenti di persone dedite a bere birra ghiacciata, rum o a disputare una partita del loro gioco preferito, il “domino”, con il suono caratteristico delle tessere che sbattono sull’apposito tavolo.
Lungo le strade principali non era difficile trovare dei banchi di “Pica Pollo” dove ti vendono il pollo arrosto cucinato in diverse maniere, o la “carne salada”, carne di “cedro” (maiale altro alimento a basso costo) messa per alcune ore sotto salse aromatiche e cotta su fuoco a legna. Sempre per strada potevi incontrare un piccolo tavolo con sopra un termos contenente il caffè o verdure e frutta del loro orto, o un tipo di pasta fritta, o qualcosa di molto simile all’arancino siciliano, o cestini di plastica con dentro le “Guandulese verdes” tipo piccoli piselli come per magia tutto sparito. Il riso condito con le Guandulese, legume tipico della Republica Dominicana, accompagnato con i piccoli fagioli rossi messicani, è un piatto prelibato.
Altri tipi di lavoro che non si riscontrano in Italia sono il trasporto per brevi distanze con il “motoconcho” tassista con moto dove possono salire 3 persone e magari 2 bambini, è sempre un motore per due persone. E la loro fretta nel fare più viaggi sfrecciano da tutte le parti intorno alle auto e ai semafori si piazzano davanti come nuvole di zanzare. Gli scassati taxi di città si fermano, improvvisamente per caricare i passeggeri in un numero sempre superiore all’omologazione di 5 persone, lo stesso è per i pulmini devono correre e trasportare più numero possibile di clienti, costituiscono un pericolo nella circolazione. Per questi motivi nelle città il traffico è caotico non esiste né destra né sinistra e poco il semaforo rosso.
Tutto questo era una fonte di guadagno un modo di ingegnarsi per portare a casa una “pagnotta” per il mantenimento della famiglia, ora non ci sono più che pochi passeggeri che affrontano viaggi se non per estrema necessità.
Tra i primissimi provvedimenti che il governo ha preso, è stata quella della chiusura di tutte le “banca”, sono piccole costruzioni disseminate lungo la strada, dove è possibile giocare alle molteplici lotterie e alle varie ore della giornata. Un po’ come i vari giochi italiani e il governo ha bloccato questa attività per impedire ai giocatori incalliti di rovinarsi ulteriormente. In questo caso il governo o il gestore assicura lo stipendio mensile ai propri dipendenti.
Purtroppo la politica è corrotta e molti si fanno corrompere, ma la fame è tanta. Le prime avvisaglie si sono viste nell’elezione dei sindaci nel mese di febbraio, rimandate dopo poche ore dall’apertura dei seggi, per brogli elettronici.  Votavano con schede programmate via internet con programma fatto in Israele, qualcuno si è accorto dell’inserimento di un algoritmico e di conseguenza annullamento di tutto. Prima della nuova data elettiva abbiamo visto di tutto, dalla distribuzione di buoni benzina a chi partecipava alle manifestazioni per strada, al pagamento di materiali edili per la costruzione di abitazioni, alla consegna di pacchi alimentari ai più bisognosi o a famiglie numerose, alla consegna a brevi mani di pesos. Le fantasie si sono sbizzarrite con il passaggio di auto pick up con sopra bellissime ragazze ma non dominicane ma brasiliane, con il candidato bene in vista, fino ad arrivare all’uso gratuito di una porzione di terra cimiteriale per costruire una cappella!!!
A metà maggio, coronavirus permettendo, ci dovrebbero essere le elezioni del nuovo presidente e non so a cosa potranno arrivare pur di restare al potere e qui la lotta sarà dura perché, se cambia il presidente, quello nuovo manderà a casa tutto il personale statale di ogni ordine e grado, dal massimo livello all’operatore ecologico, perciò gli interessi sono tanti da avere un lavoro statale e il mattino dopo trovarsi a spasso. Giusto, sbagliato, queste sono le regole in corso nel paese.
Il governo attuale forse anche per ingraziarsi gli elettori promette card con caricato i peso da spendere nei “colmado” (negozio), o la consegna dei pacchi alimentari, per il momento, almeno nelle nostre zone non è stato consegnato nulla. Solo promesse.
Oltre ai due canali italiani il nostro operatore televisivo ci permette di vedere molte altre nazioni, soprattutto dell’America del Centro e del Sud o nazioni a prevalenza di lingua spagnola e frequentemente passano il messaggio delle precauzioni da prendere per non contrarre il coronavirus, i disegni sono tutti uguali cambiano solo le didascalie. Credo che i problemi in tutte le nazioni siano gli stessi, la mancanza di mascherine da fornire alle popolazioni e la mancanza cronica della moneta locale.
“Nessun luogo è lontano” la natura umana è tutta uguale in qualsiasi latitudine del mondo.

La Llanada, RD 06.04.2020

P.s.  A oggi i contaminati sono 1826 i morti 86.